Roma, 29 ottobre 2024 – In Puglia, sono circa 150mila i migranti presenti sul territorio, una cifra sotto la media nazionale, ma con tassi di attività lavorativa spesso superiori a quelli degli italiani. Nonostante il contributo elevato al mercato del lavoro, la loro realtà lavorativa è segnata da precarietà, sfruttamento e salari bassi, come denunciato dal Dossier statistico sull’immigrazione.
Migranti, in Puglia lavorano più degli italiani
A differenza di quanto si potrebbe immaginare, il problema principale per chi arriva non è la difficoltà a trovare un impiego, bensì la mancanza di opportunità che vadano oltre settori specifici come l’agricoltura e l’assistenza alle persone. Settori spesso segnati da un’alta intensità di sfruttamento e in cui i diritti dei lavoratori rimangono una sfida da affrontare. Il report mostra inoltre un dato significativo: per la prima volta, i permessi di soggiorno rilasciati per motivi umanitari hanno superato quelli per motivi di lavoro o familiari, segno dell’impatto delle crisi internazionali e delle restrizioni introdotte nei flussi migratori.
“Le condizioni di sfruttamento e sottopagamento dei lavoratori migranti in Puglia devono essere affrontate con urgenza,” afferma Gigia Bucci, segretaria generale della CGIL Puglia. Anche Azmi Jarjawi, responsabile delle politiche per l’immigrazione della CGIL Puglia, evidenzia l’importanza di un’inclusione più solida nel mercato del lavoro. “I migranti contribuiscono in modo significativo alla nostra economia. È tempo che abbiano accesso a condizioni lavorative giuste e dignitose.” I dati del dossier richiamano perciò l’attenzione sull’urgenza di strategie che promuovano un’integrazione effettiva, per scongiurare che migliaia di lavoratori rimangano relegati ai margini della società e del mercato del lavoro.
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