Roma, 21 luglio 2023 – Il Regno Unito ha approvato una delle leggi anti-immigrazione più severe d’Europa con il “Migration Bill”. La decisione sta ovviamente scatenando un profondo dibattito sia all’interno del Paese che a livello internazionale, provocando inoltre la reazione di numerose organizzazioni umanitarie. Il disegno di legge, approvato nella notte tra lunedì e martedì, infatti, mira a dissuadere i migranti dal tentare pericolose traversate della Manica e impedisce a chi arriva illegalmente nel paese di chiedere asilo. Ma non solo: prevede anche di deportare i richiedenti asilo su una chiatta destinata al loro contenimento.
La nuova legge anti migranti inglese
Una delle disposizioni più controverse della legge è appunto la “sistemazione” di 500 richiedenti asilo sulla “Bibby Stockholm”, una chiatta di enormi dimensioni che è stata accolta nel porto di Portland, inglese, con una massiccia manifestazione di protesta. Non a caso la chiatta è stata già ribattezzata “chiatta carceraria” o “nave prigione”, poichè sarà destinata ad ospitare centinaia di migranti, suscitando preoccupazioni sulle condizioni in cui vivranno all’interno della struttura.
Il disegno di legge, approvato non senza controversie, fa parte della strategia del Primo Ministro Rishi Sunak per impedire ai migranti di intraprendere rischiose traversate del Canale della Manica su piccole imbarcazioni. Nel 2022, più di 45.000 persone hanno compiuto questa pericolosa traversata, con molte di loro che hanno perso la vita. Solo nel primo trimestre del 2023, oltre 13.000 persone hanno già attraversato il canale, molte delle quali provenienti dall’Afghanistan.
Tuttavia, l’approvazione del “Migration Bill” ha suscitato forti critiche da parte dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi, il quale lo ritiene contrario agli obblighi del Regno Unito in materia di diritto internazionale e teme “serie conseguenze” per i migranti in cerca di protezione. L’Onu, inoltre, sottolinea che i migranti che arrivano illegalmente nel Paese non avranno più garanzie di poter beneficiare di protezione. Tra l’altro, “la maggior parte delle persone in fuga da guerre o persecuzioni non ha accesso a documenti, come passaporti o visti. E i percorsi sicuri o ‘legali’ sono raramente disponibili per loro”, sottolinea l’Onu.
Le critiche alla legge anti-immigrazione
La legge, poi, è stata oggetto di un acceso dibattito all’interno della stessa maggioranza. L‘Ong britannica Refugee Council la considera un “giorno oscuro” per la reputazione del Regno Unito e un momento critico per chi cerca protezione. Sulla stessa lunghezza d’onda si è posizionato anche l’Arcivescovo di Canterbury, membro della Camera dei Lord. “Non vedo come questa legge permetterà di fermare i barconi dei migranti. Ho ascoltato il dibattito alla Camera dei Lord e on ho sentito nulla che mi abbia convinto”, ha infatti dichiarato.
Per entrare in vigore, il “Migration Bill” deve ottenere la promulgazione da parte di Re Carlo III d’Inghilterra, un passo che viene considerato scontato. Tuttavia, il disegno di legge potrebbe ancora essere oggetto di contestazioni legali. L’accordo tra il Regno Unito e il Ruanda per l’invio di immigrati clandestini è stato dichiarato illegale dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. Stando al disegno di legge, infatti, l’esecutivo britannico vorrebbe che i migranti, dopo essere stati identificati e trattenuti, venissero rimpatriati nel proprio paese o mandati in un Paese terzo, il Ruanda. Una procedura che, tuttavia, dal momento in cui è stata presentata è stata duramente criticata.
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