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Migranti, la Cei contro il Decreto Ong: “Costruito sul nulla, le Ong creano sicurezza”

Roma, 30 dicembre 2022 – A poche ore dall’approvazione da parte del Cdm del nuovo Decreto sicurezza che prevede una dura stretta alle Ong che salvano i migranti in mare, arrivano le prime critiche. Tra queste anche la Conferenza espiscopale italiana, la quale ha messo in dubbio la legittimità del provvedimento rispetto al diritto internazionale e del mare.

Migranti, le dure critiche del Cei al nuovo Decreto sicurezza

“E’ paradossale che uno strumento che in questi anni è stato di sicurezza per almeno il 10% delle persone che sono sbarcate nel nostro Paese e in Europa sia considerato uno strumento di insicurezza. Da questo punto di vista credo che questo decreto cadrà presto. Nel senso che è costruito sul nulla, costruito soprattutto su un segnale di insicurezza che è in realtà è fasullo. Non si capisce perché una nave che ha a bordo delle persone salvate e che nel tragitto incontra degli altri migranti non possa e non debba fermarsi per salvarli“, ha infatti dichiarato il monsignor Giancarlo Perego, presidente della commissione per le migrazioni della Cei e della Fondazione Migrantes.

“Una prima considerazione è se siano le ong il problema della sicurezza dell’Italia o se invece sono proprio le ong le navi che salvano persone. Persone che sappiamo da quali Paesi provengono, cioè Paesi in forte crisi internazionale, 40 in guerra e diversi dove anche i cambiamenti climatici hanno costretto a partire. Forse sono proprio le ong che creano sicurezza più che mettere in pericolo. Una seconda considerazione è che mi sarei aspettato che, a fronte eventualmente di una regolamentazione delle azioni delle ong che di fatto limitano il salvataggio delle persone, ci fosse un impegno italiano ed europeo per proprie navi di salvataggio di persone che continueranno a fuggire da situazioni disperate.

La terza considerazione è che bisogna capire se sono legittime, alla luce del diritto internazionale e del diritto del mare, alcune indicazioni che sono presenti nel decreto. Infine, nel decreto sicurezza non c’è una parola sulla sicurezza delle persone in pericolo e che sono in fuga. E’ un decreto che dimentica che sono le persone che si trovano in mare il soggetto insicuro e che hanno bisogno di approdo”, ha aggiunto poi.

Dell’Olio: “Criminalizzano chi scappa dalle mafie e dalle guerre”

“Nel Paese che ha il triste primato delle mafie più potenti del mondo il Decreto sicurezza criminalizza chi presta soccorso ai disperati che scappano da mafie, guerre e fame. Il pericolo in questo Paese viene dalle Ong!”, ha inoltre pubblicato su Twitter don Tonio Dell’Olio, presidente della Pro Civitate Christiana di Assisi.

“Da tempo ormai la nuova enfasi sui confini e sulla sovranità nazionale come valori pressoché assoluti ha messo nel mirino le organizzazioni umanitarie indipendenti. Specialmente se basate all’estero. Il fatto che ricevano finanziamenti privati e pratichino una solidarietà che travalica i confini scatena un immaginario complottista, altro marchio di fabbrica del nazionalpopulismo. Di solito sono governi autoritari come quello russo. O quanto meno dai dubbi standard democratici, come l’Ungheria di Orbán, a intralciare o vietare le loro attività. Ora anche il governo Meloni si aggiunge a questa poco commendevole compagnia. 

Se le Ong non piacciono, un’alternativa ci sarebbe: una seconda operazione Mare Nostrum. Con un ampio dispiegamento della Marina militare, per trarre in salvo i naufraghi senza coinvolgere soggetti terzi. Ma temiamo che non si farà. Se il primo bersaglio sono le Ong, il secondo sono le persone che vorrebbero cercare scampo al di là del mare. Tant’è che noi europei, italiani purtroppo per primi continuiamo a sostenere la cosiddetta Guardia costiera e i “lager” – parola dell’Onu – della Libia”, ha infine scritto su Avvenire Maurizio Ambrosini.

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