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Migranti, la denuncia del The Guardian: Ue complice delle violazioni dei diritti in Tunisia

Roma, 20 settembre 2024 – Gli sbarchi di migranti sulle coste italiane, nel 2023, sono diminuiti di oltre la metà. Un risultato che sembra derivare dagli accordi siglati tra la Commissione europea e diversi Paesi africani, tra cui Egitto, Mauritania e soprattutto Tunisia. Tuttavia, dietro il successo numerico si cela un oscuro prezzo umano: un’inchiesta del The Guardian, infatti, ha portato alla luce gravi violazioni dei diritti umani perpetrate dalle forze di sicurezza tunisine, finanziate dall’Unione europea.

Migranti, l’Ue è complice della violazione dei diritti in Tunisia

A Sfax, porto da cui partono la maggior parte delle imbarcazioni dirette verso l’Europa, centinaia di donne migranti subsahariane hanno denunciato violenze sessuali e torture da parte delle forze dell’ordine tunisine. “Nove donne su dieci arrestate nei dintorni di Sfax hanno subito violenze sessuali o torture”, ha dichiarato la direttrice di un’organizzazione medica locale. Le accuse non si fermano qui: la Guardia Nazionale tunisina, già nel mirino di ONG internazionali, è stata accusata di derubare, picchiare e abbandonare nel deserto migranti, inclusi donne e bambini, senza cibo né acqua.

Questi respingimenti, noti come “pushback”, sono illegali secondo il diritto internazionale, ma l’Ue continua, letteralmente, a finanziare tali operazioni. Dei 105 milioni di euro promessi alla Tunisia dall’Unione Europea, sotto la leadership di Ursula von der Leyen, infatti, 42 milioni sono già stati versati, e in gran parte sono stati destinati proprio alla Guardia Nazionale. Questo denaro ha coperto il rifacimento di navi e veicoli, oltre alla fornitura di attrezzature come termocamere e imbarcazioni. Inoltre, Bruxelles ha finanziato la costruzione di un centro di comando nel deserto al confine con la Libia per migliorare il controllo migratorio.

Il pilastro migratorio della partnership Ue-Tunisia, che fa parte di un accordo strategico da oltre un miliardo di euro, ha l’obiettivo di combattere il traffico di esseri umani “nel rispetto dei diritti dei migranti”. Tuttavia, secondo l’inchiesta, l’Ue è “consapevole delle accuse di abusi” ma preferisce chiudere un occhio pur di mantenere il controllo sulle migrazioni, esternalizzando il confine meridionale dell’Europa in Africa. Inoltre, i trafficanti di Sfax hanno rivelato un sistema di corruzione “diffusa e sistematica” tra la guardia nazionale e gli scafisti locali. “La guardia nazionale organizza le barche, poi le prendono e le rivendono a noi”, ha spiegato uno scafista al quotidiano britannico.

Nonostante i report sulle violenze siano stati esaminati dalla Commissione europea, sembra che ci siano piani per inviare ancora più fondi alla Tunisia rispetto a quanto annunciato pubblicamente. Nel frattempo, le condizioni a El Amra, città a nord di Sfax che ospita oltre 100 mila migranti, continuano a peggiorare. Le forze di polizia tunisine circondano il campo, impedendo l’accesso persino all’Unhcr, l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati, e alle altre organizzazioni umanitarie. Questo solleva interrogativi sulla capacità dell’Ue di monitorare adeguatamente i diritti umani dei migranti, specie considerando che neanche l’Onu ha accesso al campo.

Il mese prossimo, Emily O’Reilly, Ombudsman dell’Ue, dovrebbe pubblicare i risultati di un’indagine indipendente sul Memorandum tra Ue e Tunisia. Le principali criticità dell’accordo risiedono nella mancata valutazione d’impatto sui diritti umani in Tunisia e nell’esclusione del Parlamento europeo dalla supervisione dell’intesa.

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