Menu

Il portale dell'immigrazione e degli immigrati in Italia

in

Migranti, l’infermiere della Life Support: “I porti lontani aumentano i rischi”

Roma, 29 luglio 2024 – La nave Life Support di Emergency è impegnata nella sua 22esima missione nel Mediterraneo centrale, Dalla sua prima missione nel dicembre 2022, la nave umanitaria ha salvato 1856 migranti, fornendo un’ancora di speranza a chi fugge da situazioni disperate. “Noi salviamo le persone in mare, ma poi rimangono intrappolate da leggi europee e italiane assurde”, afferma Sauro Forni, coordinatore dell’area medica della Life Support. Con una lunga carriera da infermiere iniziata nel 1990, Forni ha lasciato l’ospedale nel 2011 per unirsi a Emergency e partecipare a missioni in tutto il mondo. “Ho vissuto cinque anni in Sudan. Lì ho visto con i miei occhi perché le persone vogliono scappare da quei paesi per cercare di avere una vita migliore in Europa“, racconta.

Migranti, le testimonianze dalla Life Support

Le testimonianze di ciò che accade sulla nave arrivano grazie alla presenza a bordo di un giornalista de Ilfattoquotidiano.it che è lì per documentare le operazioni. Tra i soccorsi effettuati dalla Life Support, spiegano, ci sono persone di tutte le età, dai giovani agli anziani. Forni, per esempio, ricorda una signora siriana di quasi 80 anni salvata l’anno scorso: “Mi ha sorpreso vedere una persona di quell’età, ma allo stesso tempo mi ha fatto capire che la disperazione ti spinge a intraprendere quel tipo di viaggio”. Come noto, le operazioni di salvataggio sono complicate dall’assegnazione di porti di sbarco lontani. “Ogni giorno di navigazione in più rappresenta un rischio clinico per queste persone. Tutto questo si potrebbe evitare se i porti che ci vengono assegnati fossero porti raggiungibili in 24 o 48 ore”. Tuttavia, questa situazione è rara, costringendo la piccola clinica a bordo, gestita da Sauro, Mariano (un dottore argentino), e Martina (un’infermiera), a trattare casi di ustioni dovute alla miscela di acqua di mare e benzina, oltre a segni di torture.

Sulla nave, poi, ci sono anche bambini, spesso molto piccoli. “Nei loro occhi leggi il terrore di quello che hanno vissuto fino a quel momento, ma la cosa bella è che il giorno dopo corrono e giocano tra di loro. Sono i primi che riprendono una vita normale”. Dopo lo sbarco in Italia, per molti migranti il viaggio verso una vita migliore è tutt’altro che concluso. “Noi con Emergency li vediamo nei loro paesi d’origine, li vediamo in mare ma poi anche nei nostri ambulatori in Italia dove spesso il percorso migratorio fallisce anche a causa di leggi italiane ed europee assurde”, conclude Forni. “Siamo fermi a leggi su immigrazione vecchie e inadeguate e gli accordi stessi di Dublino non semplificano“.

Le testimonianze della Life Support e delle sue operazioni evidenziano la necessità urgente di riformare le leggi sull’immigrazione per garantire una risposta più umana ed efficiente alle crisi migratorie che continuano a colpire il Mediterraneo.

>> Tutte le notizie di Stranieri in Italia

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 0 Media: 0]
Exit mobile version