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Migranti, l’Ue tratta con la Tunisia ma l’accordo ancora non c’è

Roma, 4 luglio 2023 – Sono settimane di intensi negoziati tra l’Unione Europea e la Tunisia per raggiungere un accordo che possa gestire l’afflusso di migranti verso l’Italia. Il memorandum, inizialmente proposto da Giorgia Meloni durante la sua visita a Tunisi lo scorso 11 giugno insieme al primo ministro olandese Mark Rutte e alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, prevede un finanziamento iniziale di 150 milioni di euro, con la possibilità di erogare ulteriori 900 milioni in cambio di una collaborazione completa con il Paese africano. Tale collaborazione si estenderebbe dal partenariato commerciale alla transizione verde e alla cooperazione sui flussi migratori. L’intesa, però, non sembra ancora così vicina.

Migranti, ancora lontana l’intesa con Tunisi

Nonostante le aspettative di una firma imminente, l’accordo ha subito una serie di ritardi e ostacoli. La formalizzazione dell’intesa, prevista inizialmente per il 27 giugno in concomitanza con il Consiglio europeo, è stata posticipata all’ultimo momento, ufficialmente a causa della “Festa del Sacrificio”, una festività nazionale tunisina della durata di tre giorni. Il commissario europeo Olivér Varhelyi è stato costretto a scendere dall’aereo diretto a Tunisi. Nonostante ciò, i negoziati sono proseguiti, ma le continue obiezioni da parte della Tunisia hanno complicato il raggiungimento di un accordo definitivo.

Uno dei principali ostacoli riguarda il ruolo del Fondo Monetario Internazionale (FMI). Infatti, l’erogazione del finanziamento di 900 milioni da parte della Commissione europea è subordinata all’accordo che il presidente tunisino Kais Saied dovrà raggiungere con il FMI per ottenere un prestito di circa 2 miliardi di euro, indispensabile per evitare una crisi finanziaria nel Paese. Tuttavia, queste condizioni impongono alla Tunisia di attuare riforme che sono fortemente osteggiate dal presidente Saied stesso. Durante un incontro con la direttrice del FMI, Kristalina Georgieva, Saied ha descritto tali condizioni come “inaccettabili” e in grado di “minacciare la pace civile”.

Il governo tunisino ha rafforzato la propria posizione, rendendosi conto di avere un’arma negoziale potente: i migranti che partono dalle sue coste verso l’Europa, in particolare l’Italia. La Tunisia, infatti, ha superato la Libia come principale punto di partenza delle imbarcazioni dirette verso le coste italiane. Creando un maggiore senso di urgenza nell’affrontare la questione migratoria. Saied sta svolgendo una doppia partita: da un lato, sta cercando di raggiungere un accordo con l’UE; dall’altro, sta lanciando messaggi rassicuranti alla sua opinione pubblica, affermando che non accetterà mai di “trattenere i migranti in cambio di soldi”. Tuttavia, il nocciolo della questione risiede proprio nel tentativo di bloccare i flussi migratori in cambio di assistenza economica e finanziaria.

L’impegno per firmare entro la fine della settimana

Il primo ministro olandese, uno dei principali sostenitori di Giorgia Meloni, si mostra fiducioso riguardo alla firma dell’accordo, affermando che “verrà siglato questa settimana”. Meloni stessa ha sottolineato l’importanza del dialogo con la Tunisia, citandolo come un modello nelle conclusioni del Consiglio europeo di fine giugno. Anche il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha evidenziato l’impegno dei negoziatori nel lavorare incessantemente per evitare ulteriori ritardi. Inoltre, ha affermato che non si può considerare la Tunisia come una realtà da plasmare secondo i desideri dell’UE, ma come un paese libero con il quale si deve fornire un adeguato sostegno in un momento di grande difficoltà economica.

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