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Migranti, nel SAI di Caserta scoperte persone costrette a vivere tra insetti e immondizia

Roma, 7 settembre 2022 – Insetti, acqua sporca, immondizia: così i migranti sono costretti a vivere nel SAI di Caserta. In condizioni igienico sanitarie indegne, bagni rotti, e stanze sovraffollate. E questo nonostante i 2,5 milioni di euro l’anno che le cooperative che la gestiscono ricevono dal Ministero dell’Interno.

Migranti, le condizioni indegne del SAI di Caserta

I SAI sono strutture di accoglienza per migranti realizzate grazie ai fondi messi a disposizione dal Ministero dell’Interno e gestite dai Comuni che mettono a gara l’appalto delle strutture. Nel caso di quello di Caserta, la gestione è nelle mani dalle cooperative Innotech, Esculapio e Consorzio Stabile. Oltre al vitto e all’alloggio, ai migranti in queste strutture deve essere garantita l’assistenza sanitaria, la scuola d’italiano e la formazione professionale. Tutto il necessario, insomma, per favorire l’integrazione. Quello che accade a Caserta, scoperto da Fanpage.it, però, è tutt’altro che un tentativo di accoglienza. Le persone vengono ammassate in delle stanze e costrette a vivere in mezzo a insetti, acqua sporca, immondizia. “Sono 8 mesi che è rotta la caldaia. Abbiamo fatto l’inverno senza caldaia, per lavarci facciamo come in Africa”, ha raccontato uno degli ospiti.

Non abbiamo assistenza medica. Per quattro volte sono stato male, ho chiamato i gestori ma non mi hanno portato da un medico e nemmeno in ospedale, quando sono stato male ho dovuto comprare di tasca mia le medicine”, ha confessato un altro. L’assistenza medica, infatti, secondo le regole che disciplinano l’appalto, dovrebbe essere garantita. Così come gli altri servizi aggiuntivi come la scuola. “Non sono mai andato alla scuola di italiano, perché non mi hanno mai portato. Quando sono andato una volta alla scuola c’era una signora che mi ha detto che la scuola è chiusa ed io non posso andarci”, ha spiegato Dato. Lo stesso vale per i corsi di formazione: “Io vivo a Vico dei Marzani, in una delle strutture del SAI, lì viviamo troppo male. Non abbiamo la caldaia, dai rubinetti esce l’acqua marrone, non abbiamo avuto assistenza medica e non ci hanno mai fatto fare i corsi di formazione”, ha dichiarato Ibrahim.

La denuncia del consigliere Giovine

“Mi sono recato di persona a fare i sopralluoghi ed ho filmato tutto ciò che vedevo. E’ una situazione vergognosa ed indecente, ho potuto constatarla di persone andato sul posto e parlando con gli ospiti. Per questo ho deciso di denunciare tutto alle forze dell’ordine”, ha denunciato il consigliere comunale Raffaele Giovine dopo le segnalazioni che gli sono state inviate dagli ospiti. Una volta appresa la situazione, Giovine ha scritto una nota articolata al servizio centrale al Ministero per raccontare quanto stesse accadendo. “E’ avvenuta una cosa abbastanza singolare. Dopo qualche settimana uno degli amministratori delegati delle cooperative che gestisce il servizio mi manda su whatsapp la nota con cui il servizio centrale del SAI, al Ministero dell’Interno, chiedeva al Comune di Caserta di controllare sulla situazione igienico sanitaria delle strutture.

Si tratta di una nota che il Ministero aveva indirizzato al Comune. Un documento riservato che il Ministero aveva ritenuto di non girare nemmeno a me che ero il segnalante. E’ assai strano che il controllato sia in possesso di un documento con cui il Ministero chiede al controllore, cioè il Comune di Caserta, di accertarsi dell’operato della cooperativa”. Tutto questo fa sorgere il dubbio su una possibile complicità tra controllato e controllore, insomma tra Comune e cooperativa. “Questa situazione è vergognosa. Nessun essere umano dovrebbe essere trattato in questo modo, fatto vivere in queste condizioni e soprattutto nessun Ente che gestisce un appalto pubblico, può comportarsi in questo modo”, ha ribadito il consigliere in conclusione.

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