Roma, 29 marzo 2022 – “Uomini, donne e bambini ucraini in fuga dalla guerra scatenata dalla Russia non vengono quasi mai definiti profughi ma sono chiamati il popolo ucraino. Tutti gli altri disperati, che scappano da altri luoghi di conflitti bellici, sono solo i migranti. Gente alla quale non viene data un’identità, ma guardata con fastidio e sospetto per il colore diverso della pelle”. Così Tareke Brhane, presidente del comitato 3 ottobre, è intervenuto al Teatro Savio durante un incontro organizzato dal Liceo De Cosmi di Palermo.
Migranti, la proposta di una Giornata della Memoria per onorare i deceduti
Il Comitato 3 ottobre è un’organizzazione no profit fondata in seguito al naufragio di Lampedusa del 2013, evento nel quale 368 persone persero la vita. Il suo obiettivo è quello di raggiungere il riconoscimento di una Giornata della Memoria in nome dei migranti deceduti, e delle persone che continuamente rischiano la vita per salvarli. “Solo con l’impegno attivo si può tentare di sconfiggere l’indifferenza, ostacolo per la libertà e la dignità di tutti gli uomini. I ragazzi devono informarsi e conoscere, prima di giudicare”, ha detto inoltre.
Ospite al Liceo De Cosmi di Palermo, Tareke Brhane ha raccontato anche la sua storia. Originario dell’Eritrea, è fuggito dal proprio Paese a 17 anni, scontrandosi con violenze, prigionia e rischiano la morte. E’ riuscito ad arrivare in Italia nel 2005, dopo un primo respingimento nel Mediterraneo. Oggi vive a Roma, e in questi anni ha lavorato sia come mediatore culturale a Lampedusa che nell’Italia meridionale per Save the Children e Medici senza Frontiere. Nel 2014, durante il XIV Summit dei Premi Nobel per la Pace, ha ricevuto la medaglia per l’Attivismo Sociale.
L’incontro è stato organizzato poiché la scuola è inserita in una rete di istituti italiani e esteri del progetto “Siamo sulla stessa barca”. Gli allievi partecipano anche alla staffetta delle scuole per la Pace sull’urgenza della situazione in Ucraina e nel mondo.
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