Roma, 28 agosto 2024 – La scuola elementare di lingua tedesca Goethe, situata nel centro storico di Bolzano, ha suscitato un’ondata di polemiche dopo aver istituito, per la prima volta, una classe formata unicamente da bambini ‘non tedeschi’, ovvero italiani e migranti. Questa decisione, presa dalla preside Christina Holzer, ha spaccato l’opinione pubblica e la politica locale, sollevando interrogativi sulla gestione dell’integrazione scolastica in una regione con profonde radici linguistiche e culturali.
Migranti, le motivazioni fornite dalla scuola
La preside della Goethe-Schule, Christina Holzer, ha difeso la scelta al quotidiano Dolomiten, spiegando che la classe è composta da bambini che non parlano tedesco, permettendo così di garantire un insegnamento omogeneo. “Devo garantire l’insegnamento, ma non devo neanche perdere di vista i bambini di madrelingua tedesca”, ha dichiarato Holzer, sottolineando che molti degli studenti con difficoltà linguistiche sono cittadini italiani. Tra l’altro, sebbene solo 47 dei 500 alunni della scuola abbiano cittadinanza straniera, il 40% degli studenti ha comunque problemi con la lingua tedesca, includendo anche bambini italiani.
La decisione della scuola ha, ovviamente, generato un dibattito acceso all’interno della Südtiroler Volkspartei (Svp), il partito dominante nella provincia di Bolzano. Da un lato, il presidente della Svp, Dieter Steger, ha sostenuto che la scelta della scuola sia l’unica soluzione che non penalizza i bambini di lingua tedesca. Dall’altro, però, l’assessore provinciale Philipp Achammer ha ribadito che la creazione di classi speciali, indipendentemente dalla loro natura, è vietata dalla legge a livello sia statale che provinciale. Achammer, inoltre, ha sottolineato la necessità di un sostegno differenziato per lingua e per gruppi negli asili e nelle scuole attraverso l’assegnazione di personale docente aggiuntivo, come previsto dal programma di coalizione.
Anche all’interno della coalizione di governo provinciale si registrano differenze di opinioni. I Freiheitlichen hanno accolto con favore l’iniziativa della scuola, sostenendo che l’Alto Adige non può permettersi ulteriori anni di promesse vuote e irrealizzabili. D’altra parte, Fratelli d’Italia, per voce del vicepresidente della Provincia Marco Galateo, ha duramente criticato la decisione, definendola una “classe ghetto“. Galateo, poi, ha sollevato preoccupazioni riguardo alla conformità dell’iniziativa con la Costituzione italiana e con il programma di governo provinciale, che promuove l’inclusione.
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