Roma, 25 luglio 2024 – Saranno solo i magistrati della sezione immigrazione a valutare i provvedimenti di fermo per i migranti trasferiti in Albania, ribaltando così la decisione iniziale del presidente del tribunale di Roma, Francesco Reali. Decisione che aveva previsto il coinvolgimento di tutti i giudici del tribunale, inclusi quelli non specializzati in immigrazione. La scelta arriva dopo che il plenum del Consiglio Superiore della Magistratura (Csm) ha bocciato il provvedimento di Reali, ritenendo non conformi le modalità con cui erano stati designati ulteriori giudici per gestire i flussi migratori legati al protocollo Albania.
Migranti, la bocciatura del provvedimento
Nell’ultima seduta, il plenum del Csm ha infatti bocciato il provvedimento che il presidente Reali aveva firmato per rispondere alla richiesta pressante arrivata dal ministero di Grazia e Giustizia di garantire almeno dieci udienze in contemporanea per convalidare entro le 48 ore, come prescrive la legge, i fermi dei migranti che saranno disposti dal questore di Roma. Tuttavia, il Csm ha rilevato che la designazione di ulteriori giudici per gestire i flussi legati al protocollo Albania era stata attuata in modo non conforme. Il plenum, quindi, ha sottolineato l’importanza di indicare un criterio adeguato per garantire la funzionalità dell’ufficio e supportare l’attività con magistrati adeguatamente inseriti nella sezione immigrazione.
Pertanto, la tabella dei turni per le convalide dei fermi dei migranti è stata bocciata. A partire dal 10 agosto, saranno solo i giudici della sezione immigrazione a occuparsi delle udienze, che si terranno in videoconferenza. Dieci megaschermi sono stati installati nelle aule del tribunale di Roma, dai quali i giudici potranno vedere e interagire con i migranti sottoposti alle cosiddette procedure accelerate di frontiera. L’udienza di convalida rappresenterà il primo scoglio del protocollo Albania, con i giudici chiamati a pronunciarsi su diversi punti controversi. Tra questi, la legittimità della cauzione, che varia dai 2.500 ai 5.000 euro e costituisce l’unico modo teorico per i migranti di evitare la detenzione nel centro di Gjader. I giudici dovranno anche valutare la reale sicurezza dei Paesi di provenienza dei migranti e le loro condizioni di vulnerabilità.
Nel caso in cui il fermo non dovesse essere convalidato, i migranti dovranno essere immediatamente liberati e portati in Italia. Gli accordi con Tirana, infatti, escludono la possibilità che le persone soccorse nel Mediterraneo e portate in Albania possano restare libere al di fuori dei centri di detenzione.
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