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Migranti, qual è il ruolo delle Ong oggi rispetto ai salvataggi totali e com’è cambiato nel tempo

Roma, 27 settembre 2023 – Il tema delle migrazioni continua a dominare l’agenda politica italiana e dell’Unione Europea e si prevede che sarà uno dei principali punti su cui i partiti politici dovranno confrontarsi in vista delle elezioni europee del 2024. In questo contesto, è fondamentale capire qual è il ruolo delle Ong, e come il loro peso sui salvataggi dei migranti in mare è cambiato a causa delle misure imposte dal governo Meloni.

Migranti, qual è il ruolo delle Ong

Secondo i dati forniti dal Ministero dell’Interno italiano, nel corso di quest’anno la maggioranza dei migranti che sono sbarcati in Italia è stata salvata da organizzazioni come la Guardia Costiera e Frontex, mentre solo il 4% è stato salvato da navi gestite da organizzazioni non governative (ONG). Questo dato rappresenta una significativa diminuzione percentuale rispetto agli anni precedenti: nel 2021, infatti, la percentuale era pari a 15,5, nel 2022 15,2. Analizzando i dati dei primi sette mesi del 2023, quindi, emerge che il ruolo delle ONG nei salvataggi in mare (3.777) è numericamente minoritario rispetto al totale degli sbarchi. E questo sicuramente a causa delle misure imposte dal governo Meloni rispetto ai salvataggi in mare.

Per quanto riguarda le partenze, al 24 settembre, la maggior parte dei migranti ha intrapreso il viaggio verso l’Italia dalla Tunisia, sebbene spesso non si tratti di cittadini tunisini. Ciò avviene nonostante l’ipotesi di un accordo tra l’Unione Europea e la Tunisia sulla gestione dei flussi migratori. Altri luoghi di partenza comuni includono la Libia e la Turchia. Nonostante la percezione diffusa, però, l’Italia non è tra i paesi europei con il più alto numero di richiedenti asilo. In proporzione alla sua popolazione, i paesi con più richieste di asilo sono spesso quelli che non condividono confini esterni dell’UE, come la Germania e l’Austria.

Questo ha contribuito a creare tensioni in Europa, con ciascun paese che cerca di proteggere i propri confini per evitare che i migranti entrino da territori che teoricamente dovrebbero essere stati il loro primo punto di accesso nell’UE. Un esempio di questa situazione è la Polonia, che sta aumentando i controlli al confine con la Slovacchia. A sua volta, la Slovacchia sta inviando soldati al confine con l’Ungheria per monitorare i flussi migratori. E anche l’Ungheria sta intensificando i controlli al confine con l’Austria.

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