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Mentre l’Ue tratta con la Tunisia sui migranti, a Tunisi continuano gli scontri tra popolazione e profughi

Roma, 5 luglio 2023 – L’escalation di violenze in Tunisia continua ad alimentare lo scontro tra la popolazione locale e i migranti subsahariani nella città di Sfax. Per la terza notte consecutiva, la tensione ha raggiunto livelli critici, con pneumatici incendiati, strade bloccate e scontri tra gruppi rivali. I cittadini tunisini, infatti, chiedono alle autorità di espellere dal Paese i migranti irregolari provenienti dall’Africa subsahariana. Ovvero coloro che cercano di raggiungere l’Europa via mare.

Migranti, continuano gli scontri a Tunisi

Nonostante gli interventi ripetuti della polizia locale, gli scontri persistono senza segni di attenuazione. Tutto è iniziato con l’uccisione di un uomo tunisino di quarant’anni, accoltellato da un gruppo di migranti. Dopo l’accaduto, il Procuratore di Sfax ha emesso un ordine di custodia cautelare per tre persone provenienti dal Camerun, mentre un altro sospettato è attualmente in fuga. Tuttavia, in seguito ai funerali dell’uomo, la situazione è degenerata, portando a un aumento dei livelli di violenza nella periferia della città tunisina, che negli anni è diventata un punto di riferimento per i migranti che sperano di intraprendere il pericoloso viaggio attraverso il Mediterraneo. Molti di loro, infatti, giungono a Sfax e trascorrono anni in attesa di un’opportunità per tentare il viaggio, rimanendo però confinati ai margini della società.

D’altronde, che l’immigrazione irregolare non sia ben vista in Tunisia non è una novità. “La Tunisia non accetta che coloro che non rispettano le sue leggi risiedano sul suo territorio, né che il paese sia un punto di transito o un luogo di reinsediamento per i cittadini di alcuni Paesi africani”, ha infatti recentemente dichiarato il presidente Kais Saied. Ed è proprio per questo, poi, che negli ultimi giorni sono stati fermati almeno 300 migranti subsahariani. Inoltre, l’organizzazione non governativa Alarm Phone ha denunciato l’arresto di 48 persone in una casa a Sfax, con 20 di loro successivamente espulse in Libia dalle autorità tunisine. Queste persone si trovano ora in una zona di confine e hanno chiesto urgentemente aiuto, poiché sono state minacciate da individui armati, sottratte loro denaro e cibo, e i loro telefoni cellulari sono stati distrutti.

Tra di loro ci sono sei donne e una ragazza di 16 anni, tra cui due donne incinte, una delle quali necessita di cure mediche. Alarm Phone ha condannato fermamente queste pratiche di deportazione e violenza perpetrate dalle autorità tunisine contro le comunità migranti. In più, ha evidenziato che la Tunisia non può essere considerata un Paese sicuro. Nel frattempo, però, l’Unione Europea continua a negoziare un accordo con il presidente Saied per fermare le partenze di migranti verso l’Europa. I numeri recenti, infatti, dimostrano che dalla Tunisia partono più migranti rispetto alla vicina Libia.

L’accordo, ottenuto grazie agli sforzi di Giorgia Meloni, ha portato le istituzioni europee in Tunisia per cercare di raggiungere un’intesa. Tuttavia, il presidente Saied continua a rivolgersi all’opinione pubblica interna affermando che non intende fare da custode dei confini di altri Stati. Intanto, richiede un maggiore sostegno finanziario dall’Unione Europea. Per questo si può dire che una vera e propria intesa sia ancora lontana.

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