Roma, 12 novembre 2024 – Oggi pomeriggio, in Piazza dei Signori, si è deciso il destino di trenta migranti senza fissa dimora che sono stati costretti a lasciare il parcheggio dell’ex Appiani a seguito dello sgombero delle loro sistemazioni temporanee. Dopo ore di incertezza, 17 persone sono state accolte presso l’hub dell’ex caserma “Serena” su disposizione della Prefettura, mentre i restanti 13 hanno trovato rifugio nelle strutture della parrocchia di Santa Maria del Sile, grazie alla disponibilità del parroco, don Giovanni Kirschner, già attivo in passato nell’accoglienza di persone in difficoltà.
Migranti, critiche e polemiche sulla gestione
La decisione di chiudere l’area del parcheggio Appiani senza predisporre soluzioni alternative ha scatenato reazioni da parte dei consiglieri comunali del PD, Marco Zabai e Carlotta Bazza, che hanno espresso in una nota il loro disappunto verso l’amministrazione comunale di Treviso. “Siamo alle porte dell’inverno, e di sera le temperature iniziano a calare drasticamente. Chiudere il parcheggio senza offrire alternative dimostra un’incapacità di gestione che lascia trenta persone in balia del freddo”, dichiarano. Secondo Bazza e Zabai, la chiusura dell’Appiani è avvenuta senza un piano adeguato per affrontare l’emergenza, a quasi un anno di distanza dalla morte del senzatetto Mandeep Singh. “Serve chiarezza e un piano di risposta concreto, per garantire a queste persone dignità e sicurezza”, hanno concluso i consiglieri.
Anche la deputata PD Rachele Scarpa ha criticato la gestione della situazione, affermando che la chiusura del parcheggio non è stata accompagnata da soluzioni preparate in collaborazione con le istituzioni. Scarpa ha inoltre evidenziato come, mentre si investono milioni di euro per i centri di rimpatrio all’estero, si lasciano in difficoltà persone già presenti in Italia, scaricando le responsabilità di accoglienza sul privato sociale. Nel mezzo delle polemiche, però, Zabai e Bazza hanno voluto ringraziare don Kirschner e la parrocchia di Santa Maria del Sile per aver risposto prontamente all’emergenza, occupandosi di una funzione che, sostengono, dovrebbe essere garantita dalle istituzioni.
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