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Migranti, Trieste ancora sotto accusa: degrado nel centro di accoglienza Casa Malala

Roma, 26 luglio 2024 – Dopo il Silos, nuove accuse di grave negligenza istituzionale emergono a Trieste, questa volta riguardanti il degrado di Casa Malala, una struttura di accoglienza per migranti inaugurata con grandi speranze e ora lasciata in condizioni deplorevoli. A sollevare la questione è l’Ics, il Consorzio italiano di solidarietà di Trieste, che denuncia la mancanza di manutenzione e il conseguente abbandono della struttura, un tempo simbolo di accoglienza temporanea di alta qualità.

Migranti, a Trieste l’accoglienza non esiste

“Dopo lo scandalo del Silos, dove migliaia di persone sono state volutamente abbandonate per anni rendendo la città di Trieste tristemente famosa in tutta Europa, emerge ora in tutta la sua gravità un’altra pesantissima responsabilità istituzionale: il degrado di Casa Malala emerso dai dati e dalle immagini scioccanti diffuse dagli onorevoli Magi (Più Europa) e Orfini (PD)”, dichiara il Consorzio. L’Ics, tra l’altro, ricorda anche che Casa Malala fu inaugurata nell’autunno del 2016 grazie alla collaborazione della Prefetta Porzio e dell’allora sindaco di Monrupino, Pisani, e dedicata alla nota attivista pakistana e Premio Nobel Malala Yousafzai. Per anni, Casa Malala ha rappresentato un esempio di come una buona accoglienza possa essere realizzata anche in strutture non ottimali come un’ex caserma, grazie all’impegno delle istituzioni e degli enti gestori.

Nel luglio 2021, poi, quando Ics ha ceduto la gestione della struttura alla Caritas di Trieste, ha più volte avvertito la Prefettura dell’importanza di mantenere costante la manutenzione. Soprattutto degli impianti sanitari, e di garantire una conduzione attenta e quotidiana. Tuttavia, da allora, secondo l’Ics, nulla è stato fatto per preservare le condizioni della struttura, che è progressivamente decaduta, diventando inagibile. La politica locale e regionale, afferma il Consorzio, ha continuato a criticare l’accoglienza diffusa, unica parte del sistema che funziona e tutela l’onore della città.

Ora, la gestione di Casa Malala dovrebbe passare alla cooperativa Nova Facility, già nota per la gestione del centro di Lampedusa e del controverso centro “Mattei” a Bologna. Questo passaggio avviene nonostante Nova Facility abbia vinto l’appalto con un ribasso del 18% sui costi di gestione già inadeguati. Per esempio, Nova Facility sostiene di poter fornire tre pasti al giorno al costo di sei euro per ospite, cifra considerata irrealistica da Ics. Quindi, preoccupato per un possibile ulteriore peggioramento della situazione, Ics ha presentato ricorso al TAR FVG, chiedendo una valutazione accurata dei costi reali di gestione. Il Consorzio, inoltre, fa appello a tutte le forze politiche e sociali della città, affinché esprimano il loro sdegno per quanto accaduto e si impegnino a migliorare la gestione dell’accoglienza a Trieste. E a rispettare la dignità dei migranti.

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