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Migranti, Vizzini diventa simbolo di accoglienza in occasione della 110ª Giornata Mondiale del Rifugiato

Roma, 30 settembre 2024 – La piccola cittadina siciliana di Vizzini ha aperto le porte al mondo intero, trasformandosi in un punto di incontro e di dialogo in occasione della 110ª Giornata Mondiale dei Migranti e dei Rifugiati. Dal 27 al 29 settembre, il comune catanese è diventato il palcoscenico di un evento di grande significato, grazie a un programma denso di iniziative e alla partecipazione delle istituzioni locali, delle associazioni e dei protagonisti diretti del fenomeno migratorio. Un’occasione che ha messo in luce come la comunità vizzinese abbia saputo accogliere e accompagnare chi è in cerca di un futuro migliore.

Migranti, a Vizzini giornate di riflessione e solidarietà

Le celebrazioni sono iniziate il 27 settembre con un dibattito pubblico intitolato “Dio cammina con il suo popolo”, organizzato presso i locali della Società Operaia di Mutuo Soccorso. Don Antonino Maugeri, parroco della Chiesa di Sant’Agata, ha aperto la discussione con un messaggio di fratellanza, ribadendo l’importanza di camminare insieme e non lasciare nessuno indietro. Accanto a lui, il sindaco di Vizzini, Salvatore Ferraro, insieme a rappresentanti delle politiche sociali e delle cooperative locali, ha sottolineato l’impegno della comunità nell’accoglienza dei migranti, affermando che Vizzini è diventata una “seconda casa” per molti rifugiati.

L’incontro si è arricchito con la proiezione del film “Io Capitano” di Matteo Garrone, che ha dato voce ai sogni e alle sofferenze di chi affronta viaggi disperati per raggiungere l’Europa. Le immagini, crude ma potenti, hanno lasciato il pubblico in silenzio, riflettendo sulle sfide che ogni giorno migliaia di persone affrontano per costruirsi una nuova vita.

Il secondo giorno, poi, ha visto lo sport come protagonista, con una partita di calcio presso lo stadio comunale “Matteo Agosta”. L’evento, intitolato “Un calcio per la solidarietà”, ha dimostrato come lo sport possa abbattere barriere e creare legami. In campo, migranti e rifugiati si sono uniti ai membri della comunità locale per una partita all’insegna dell’amicizia e della fratellanza. Tra risate e abbracci finali, la competizione amichevole è diventata il simbolo di una diversità che non divide, ma arricchisce. L’iniziativa ha mostrato come lo sport possa essere un linguaggio universale, capace di superare differenze culturali e sociali.

Testimonianze di rinascita e speranza

La manifestazione, infine, si è conclusa il 29 settembre con una celebrazione eucaristica presieduta da Don Tino Zappulla, presso la Parrocchia Sant’Agata. Durante la messa, si sono succedute testimonianze di straordinaria forza e speranza. Tra queste, quella di Ibrahim Mande, un giovane arrivato dal Benin che ha raccontato con emozione il suo percorso in Italia. Accolto dal SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione) di Caltagirone, Ibrahim ha ricordato come, al suo arrivo, non conoscesse una parola di italiano. Oggi, grazie ai corsi di alfabetizzazione, sogna di conseguire i livelli linguistici B1 e B2 per migliorare le sue prospettive lavorative. Con gratitudine e determinazione, Ibrahim spera di costruire un futuro sicuro per sé, la sua compagna e i suoi figli, dimostrando come l’accoglienza possa fare la differenza nella vita di chi è costretto a partire alla ricerca di un’opportunità.

Le celebrazioni hanno coinvolto non solo Vizzini, ma anche altri comuni della zona, come Licodia e Grammichele, dove i beneficiari del SAI hanno condiviso le loro storie di lotta e riscatto. Tra questi, la testimonianza di una giovane madre che, dopo essere arrivata con il suo bambino, ha trovato nella struttura un rifugio e un punto di partenza per ricominciare a sognare un futuro migliore.

L’evento ha lasciato un messaggio chiaro e forte: l’accoglienza non è solo un atto di carità, ma un impegno morale verso chi cerca sicurezza e dignità. Vizzini, con il suo esempio, ha mostrato come la Sicilia, da sempre crocevia di popoli e culture, possa diventare un modello di integrazione e convivenza pacifica, dimostrando che, con la giusta volontà, è possibile costruire una società più giusta e inclusiva per tutti.

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