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Milano: nullaosta falsi “in vendita” in prefettura

Cinque persone arrestate: 232 le pratiche irregolari

MILANO – Una brutta storia di corruzione nel terminale milanese del ministero dell’Interno, la Prefettura.

Colpevoli alcuni impiegati che si facevano pagare per regolarizzare abusivamente gli immigrati irregolari. Almeno 300 solo nei pochi mesi tra 2006 e 2007, ad un costo altissimo, circa 1.000 euro a pratica.
Soldi detratti dai 4-5 mila degli intermediari del traffico di documenti e dai 10 mila che i committenti si facevano pagare dagli immigrati. L’inchiesta, condotta dalla procura di Milano ha portato all’arresto di due impiegate, del compagno di una delle donne e di due intermediari. Ma l’inchiesta, tra committenti su larga scala, avvocati e perfino poliziotti, conta già 12 indagati.

La strategia delle impiegate arrestate era ben collaudata: inserendosi abusivamente nel sistema informatico centrale dell’Ufficio Immigrazione e utilizzando moduli e dati relativi a istanze di regolarizzazione di lavoratori extracomunitari presentate dai rispettivi datori di lavoro, le impiegate arrestate in Prefettura attendevano che la Direzione Provinciale del Lavoro e la Questura effettuassero i controlli di legge e completassero le pratiche con emissione di parere positivo. A questo punto sostituivano i nominativi originari (veri) con i nomi degli stranieri clandestini da regolarizzare attraverso il rilascio di un contraffatto nullaosta a pagamento.

La nota della Prefettura
Secondo la Prefettura sono state 232 le pratiche irregolari su un totale di 37 mila, ma "nessuno dei beneficiari delle autorizzazioni illegittime ha potuto fruire del regolare permesso di soggiorno". E’ quanto ha precisato la stessa Prefettura in una nota in cui ricostruisce la vicenda, denunciata il 23 maggio scorso alla magistratura, con la successiva inchiesta, ancora in corso.

La Prefettura spiega, nella sua nota, che dall’attività interna di controllo sulle procedure relative al decreto flussi 2006 erano emerse – da qualche mese – irregolarità e falsificazioni su "un numero limitato di richieste". Su queste vicende la Prefettura ha subito interessato l’Autorità Giudiziaria, "alla quale sono stati evidenziati i fatti anomali". "In particolare – oltre ad una precedente attività – il 23 maggio è stata presentata una puntuale e circostanziata denuncia alla Polizia Giudiziaria. Nello stesso tempo sono state immediatamente adottate misure per la revoca dei provvedimenti falsi e per la verifica di ciascuna posizione prima del rilascio di ogni nulla asta. Ciò ha consentito di evitare, nel 90 per cento dei casi, che venisse rilasciato il nulla osta e comunque il visto di ingresso dell’Autorità Consolare competente. In nessun caso è stato comunque rilasciato il permesso di soggiorno, perché questo ufficio ha immediatamente e tempestivamente attivato la competente Questura. In buona sostanza nessuno dei beneficiari delle autorizzazioni illegittime ha potuto fruire del regolare permesso di soggiorno".

Ad ogni buon conto, spiega ancora la Prefettura, "le pratiche irregolari risultano essere 232 su 37.000 procedimenti avviati a seguito delle istanze presentate per il decreto flussi". In questi due mesi la Prefettura ha messo a disposizione della magistratura "tutto quanto necessario alle indagini sia in termini di personale che di documentazione per individuare prontamente i responsabili, a tutela dei cittadini e della stessa Pubblica Amministrazione". Il Prefetto Gian Valerio Lombardi, nella nota, "ringrazia la Procura ed in particolar modo i magistrati inquirenti per aver dato assoluta priorità e rilevanza alla denuncia presentata dalla Prefettura e per la rapidità e l’efficacia con cui si sono svolte le indagini. Indagini che avranno – come previsto dalla legge – il successivo percorso giudiziario". Lo stesso Prefetto inoltre "sente il dovere di ringraziare il personale dello Sportello Unico per l’Immigrazione per l’impegnativo lavoro che ha svolto e che continua a svolgere in queste difficili condizioni".

(21 luglio 2007)

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