Roma, 23 novembre 2012 – “C’è una stretta correlazione tra immigrazione clandestina e carceri, per cui e’ necessario intervenire con politiche di integrazione e sostegno perchè mantenere un clandestino significa mantenere un potenziale detenuto e creare occasione di guadagno alla criminalita’ organizzata”.
E’ il monito lanciato dal ministro della Giustizia, Paola Severino, nel suo intervento alla Conferenza dei dipartimenti dell’Amministrazione penitenziaria dei Paesi europei e del bacino del mediterraneo, in corso al Campidoglio.
“E’ a monte che si deve intervenire per evitare che l’immigrazione diventi fonte di criminalità”, ha sottolineato il ministro, ed e’ necessario uno sforzo comune: “nonostante lo straordinario impegno dell’Italia per gestire i flussi di stranieri, occorre mettere insieme le forze dei vari Paesi” per non correre il rischio che i clandestini “finiscano per essere abitanti delle nostre carceri”.
E’ evidente, ha poi aggiunto il guardasigilli, “che l’emarginazione dello straniero, soprattutto clandestino, e’ occasione per la criminalita’ perche’ si tratta di persone senza punti di riferimento , che hanno bisogno di tutto, e questo provoca danni a cascata”.