Roma – 28 gennaio 2015 – "Ci possono essere rapporti tra organizzazioni terroristiche e trafficanti di uomini, ma non abbiamo evidenze che i traffici sono organizzati dalle organizzazioni terroristiche. C'e' una connessione, ma stiamo attenti a non far diventare le organizzazioni terroristiche il tutto".
Lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e Autorita' delegata per la sicurezza della Repubblica Marco Minniti in un'audizione davanti il Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, di vigilanza sull'attivita' di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione.
"E' evidente – ha spiegto – che i flussi migratori possono essere utilizzati per infiltrare terroristi e tramite questi possono ritornare parte dei 'foreign fighters': da questo punto di vista l'attenzione e' massima. Puo' essere quello il canale di infiltrazione, ma non c'e' un segnale specifico che ci dica che questo sta accadendo".
Minniti ha ricordato che "abbiamo due principali flussi verso l'Euorpa: la rotta africana, che ha un terminale in Libia e transita per l'Italia; e la rotta anatolico-balcanica. La rotta libica e' principalmente per mare, l'altra e' via mare e via terra. Le due rotte non sono drasticamente separate, a volte si incrociano. Abbiamo trafficanti importanti di paesi nord africani e di origine turca. Sono traffici gestiti da mercanti di uomini".
"Non voglio fare polemiche – ha detto ancora – ma nel momento in cui l'azione di aiuto in mare veniva svolto dalla Marina Militare questo era un piccolo deterrente in piu' per le infiltrazioni". Quanto ai Cie, secondo Minniti "teoricamente" possono essere un centro di reclutamento e "anche su questo c'e' molta attenzione. Ma quando si dice 'questo non c'e'' non significa sottovalutare il problema, ma fare una fotografia sapendo che le fotografie possono cambiare nel tempo".