La precisazione della Corte dopo le polemiche: "Orientamento consolidato: figli a scuola non sono motivo grave per rimanere"
Roma – 15 marzo 2010 – Non ce nulla di nuovo nel confermare che i clandestini vanno espulsi anche se hanno i figli a scuola. Un “consolidato orientamento” della Cassazione prevede che il permesso di soggiorno al genitore sia concesso solo per gravi motivi e l’iscrizione a scuola dei figli non è tra questi.
Lo precisa la stessa Corte di Cassazione, dopo le polemiche per la sentenza di qualche giorno fa. “Con riferimento alle notizie di stampa relative alla recente sentenza n. 5856 del 2010 della Prima Sezione Civile in materia di espulsione di clandestini aventi figli minori, la Corte precisa -questo il testo della nota- che la richiamata sentenza e’ conforme ad un consolidato orientamento della Corte”.
Secondo questo orientamento, “ l’art. 31 del D.Lgs. n. 286 del 1998 deve essere interpretato nel senso che ‘i gravi motivi connessi con lo sviluppo psicofisico del minore stranero presente nel territorio italiano che eccezionalmente consentono il rilascio dell’autorizzazione alla permanenza in Italia per un periodo di tempo determinato del familiare, ancorche’ destinatario di un provvedimento di espulsione, devono essere correlati esclusivamente a condizioni di emergenza, ovvero a circostanze contingenti ed eccezionali che pongano in grave pericolo lo sviluppo della personalità del minore. Non possono, quindi, configurarsi in relazione a situazioni aventi carattere di normalità e tendenziale stabilità, quali quelle connesse alle ordinarie esigenze di compimento del ciclo scolastico’.
“Una diversa interpretazione della norma – conclude la Corte – consentirebbe lo stabile radicamento nel territorio italiano del nucleo familiare e finirebbe col ‘legittimare l’inserimento di famiglie di stranieri strumentalizzando l’infanzia”’.