Roma – 8 maggio 2012 – Aumentano i minori stranieri non accompagnati in Italia. Erano 7750 quelli censiti al 31 dicembre 2011 dal Comitato per i minori stranieri, rispetto ai 5879 presi in carico nel 2009 ed ai 4588 nel 2010.
Lo evidenzia il IV Rapporto Anci-Cittalia presentato sabato scorso a Padova. In totale sono 845 i Comuni italiani che nel corso del 2010 hanno accolto minori stranieri non accompagnati con forte prevalenza nelle citta’ con oltre centomila abitanti, che vedono aumentare il trend degli accolti (67,8 per cento del totale). Diminuiscono, invece, i minori accolti nei centri di medie dimensioni (passano dal 37,5 per cento al 25,6 nei comuni dai 15mila ai 100mila abitanti) mentre aumentano i minori stranieri non accompagnati presi in carico nei comuni con meno di 15mila abitanti.
Lazio (19 per cento), Puglia (14 per cento), Emilia Romagna (13 per cento) e Lombardia (11 per cento) sono le regioni i cui Comuni fanno registrare nel 2010 il piu’ alto numero di minori presi in carico. I minori stranieri presenti in Italia nel 2010 provengono invece soprattutto da Afghanistan (16,8 per cento), Bangladesh (11 per cento), Albania (10 per cento), Egitto, Marocco e Kosovo: un dato destinato a modificarsi con i rilevamenti per il 2011, che evidenziano un aumento di arrivi dai paesi del Nordafrica.
Il fenomeno riguarda soprattutto minori maschi (il 91,4 per cento, in aumento di due punti percentuali rispetto al 2008), la maggior parte appena sotto la soglia della maggiore eta’ (il 55 per cento ha 17 anni, quattro punti in piu’ per questa fascia d’eta’ rispetto al 2008).
“Il governo si impegni a rifinanziare le attivita’ del programma nazionale minori, con cui l’Anci ha supportato in questi anni gli enti locali impegnati nell’accoglienza e nell’integrazione. L’obbligo di accogliere i minori stranieri non accompagnati, in virtu’ di leggi nazionali e Convenzioni internazionali, e’ richiesto a tutto il Paese, non possono farsene carico solo i Comuni” chiede Flavio Zanonato, sindaco di Padova e delegato Anci all’immigrazione.
“Seguire un minore nell’educazione e nella formazione professionale ha costi che i Comuni sono pronti ad affrontare, ma di cui deve interessarsi anche lo Stato” sottolinea Zanonato. “Esistono solo due strade entrambe non praticabili: o il Comune si sobbarca da solo il peso di accoglienza ed integrazione, cosa non possibile per le scarse risorse nei bilanci comunali. Oppure queste persone saranno lasciate allo sbando e questo è contrario alla legge ed agli obblighi assunti dal nostro Paese a livello nazionale”.