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Minori. “Aumentano le vittime di tratta e sfruttamento”

Nuovo dossier di Save the Children. “Fenomeno in crescita anche in Italia per l’arrivo di migranti non accompagnati. Duemila di prostituiscono in strada”

Roma – 22 agosto 2012 – Sono milioni nel mondo i minori vittime di tratta e sfruttamento e migliaia in Italia, dove, secondo operatori del settore, il fenomeno è in crescita anche a seguito del costante e inarrestabile flusso di minori migranti non accompagnati che costituiscono un gruppo particolarmente a rischio di sfruttamento.

Il numero di minori vittime di tratta nel mondo è pari secondo le stime a 1,2 milioni, ma se si considerano quelli che subiscono comunque uno sfruttamento sessuale o lavorativo il numero raggiunge nel 2011 una grandezza di quasi 5 volte superiore (5,5 milioni) e rappresenta il 26% del totale delle vittime (20,9 milioni).

In Italia si riscontra una mancanza cronica di dati aggiornati sul fenomeno, ma possono essere certamente considerati la punta dell’iceberg di questa schiavitù spesso invisibile alle statistiche i 280 minori identificati come vittime di tratta o riduzione in schiavitù attraverso procedimenti penali tra il 2004 e il 2011– provenienti principalmente dall’Europa orientale e balcanica, in misura minore quelli di origine straniera nati in Italia e quelli provenienti da Africa e Asia -, al pari dei più di 100 minori vittime di tratta che hanno beneficiato di programmi di assistenza specifici lo scorso anno. Si stima tra i 1.600 e i 2000 il numero di minori che si prostituiscono in strada, in gran parte vittime di tratta e sfruttamento.

Sono queste alcune delle evidenze del fenomeno della tratta e sfruttamento dei minori che emergono dal nuovo dossier di Save the Children “I piccoli schiavi invisibili 2012”, diffuso alla vigilia della Giornata Onu in ricordo del commercio degli schiavi e della sua abolizione che ricorre il 23 agosto.

L’associazione umanitaria punta il dito contro l’elevata esposizione al rischio di tratta e sfruttamento delle migliaia di minori non accompagnati sbarcati sulle coste italiane.  È il caso delle giovani nigeriane giunte fra il 2011 e l’agosto 2012 via mare, alcune delle quali si sono ritrovate vittime di uno sfruttamento sessuale su strada che nel nostro Paese non solo si dimostra come un fenomeno cronico, ma si segnala in crescita. I gravi rischi di sfruttamento riguardano anche i circa 1300 afgani che per loro volontà sono solo “in transito” nel nostro Paese e quindi “invisibili”, o i circa 900 minori egiziani giunti in Italia tra il 2011 e il 2012 con un oneroso debito di viaggio da saldare in fretta e il desiderio di aiutare le famiglie di origine, tutti entrati in contatto con Save the Children al momento dello sbarco o successivamente.

“I conflitti e le situazioni di crisi vissute in tante parti del mondo spingono senza tregua verso l’Italia e gli altri paesi europei migliaia di minori non accompagnati, esposti concretamente al rischio di tratta e sfruttamento sessuale o lavorativo,” ha dichiarato Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia Europa di Save the Children. “La tratta e lo sfruttamento degli esseri umani è mossa da un flusso economico paragonabile, nel mondo, a quello del commercio illegale di droga e di armi. Un fenomeno odioso e dalle conseguenze devastanti per la vita di migliaia di ragazze e ragazzi”.

“Di fronte a questa situazione non è possibile voltarsi dall’altra parte. Parliamo di piccoli schiavi che sono “invisibili” solo per chi non vuole vedere, mentre questa condizione è visibilissima nelle nostre città e colpisce drammaticamente centinaia di bambini e adolescenti. E’ necessario un rafforzamento delle misure di protezione per le vittime, sia al livello nazionale che internazionale, ed il coordinamento degli sforzi per bloccare chi specula su questa vera e propria schiavitù contemporanea”.

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Save the Children. I piccoli schiavi invisibili 2012

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