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Minori stranieri. “2010 anno nero per accoglienza e integrazione”

Secondo rapporto annuale di Save the Children: "Almeno 4.500 minori stranieri non accompagnati in Italia". 

 


Roma – 30 gennaio 2011 – Sono almeno 4.500 i minori stranieri non accompagnati in Italia ma mentre crescono quelli residenti peggiorano "accoglienza e inclusione". 
 
E’ questa la denuncia lanciata oggi da Save the Children durante la presentazione del loro secondo rapporto  annuale sui “Minori stranieri in Italia” in cui si descrive il 2010 come "anno nero". 
 
Negli ultimi 7 anni il numero di minori stranieri residenti è passato da 412.432 nel  2004 a 932.mila nel 2010. La maggior parte di loro, circa 572 mila (10.4% in più rispetto al 2009) è nata in Italia, rappresentando quelle che vengono definite "le seconde generazioni."
 
Mentre dei 4.500 minori stranieri non accompagnati, il gruppo più numeroso continua ad essere quello costituito dai minori afgani (20%), seguito da quelli provenienti dal Marocco (14.7), Egitto (11), Albania (9), Bangladesh (5), Somalia (3.9), Repubblica del Kosovo (3.8), Palestina (3.1), Eritrea.
 
"I ragazzi afgani si confermano un flusso in costante crescita – spiega Raffaela Milano responsabile di Save The Children – tuttavia va ricordata la presenza del gruppo consistente dei minori rumeni, anche rom, che però non sono più computati perché neo-comunitari".
 
In diminuzione appare invece il flusso di minori provenienti dai paesi del Corno d’Africa: Eritrea, Etiopia e Somalia.
 
Secondo l’analisi dell’Associazione per i diritti dei minori, questo “non è un buon segnale” perché rappresenta il frutto dell’accordo Italia-Libia che ha coinvolto molti minori nei meccanismi di respingimento e rimpatri, lasciandoli bloccati in Libia dove non hanno la possibilità di beneficiare dei diritti fondamentali.
 
Per quanto riguarda gli altri minori che continuano ad arrivare nel nostro paese, secondo Save the Children,  i loro viaggi sono sempre più rischiosi, nascosti dentro Tir o furgoni, nel caso di minori afgani o bengalesi, o su navi da diporto irriconoscibili e non facilmente intercettabili, nel caso di minori provenienti per esempio dal medio-oriente. 
 
A gestire i viaggi sono trafficanti che chiedono per ciascun ragazzo tra i 4mila e i 5mila euro. Per ripagare il debito contratto dalle famiglie, i ragazzi sono molto esposti al rischio di sfruttamento o di caduta in circuiti di devianza ed illegalità.
 

 
Marco Iorio
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