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Miss Italia apre alle figlie degli immigrati? Solo un pochino

Quest’anno potranno partecipare al concorso le ragazze nate in Italia che vivono qui “da almeno 18 anni con continuità”. Nessuna rivoluzione, ma per Mirigliani è “un’apertura di grande buon senso”

Roma – 29 aprile 2014 – Alla fine si è convinta pure Miss Italia: una ragazza che nasce e cresce in Italia è italiana. Il più importante concorso di bellezza non sembra però voler anticipare l’auspicata riforma della cittadinanza, ma solo aprire le porte a qualche seconda generazione vittima di lungaggini e intoppi burocratici della (pessima) legge attuale.

Il regolamento di Miss Italia 2014 è stato presentato ieri a Roma ai responsabili regionali del concorso. Tra le novità, come spiega un comunicato diffuso dagli organizzatori,  “l’estensione della possibilità di iscriversi anche alle ragazze nate in Italia da genitori stranieri che vivono nel nostro Paese da almeno 18 anni con continuità, ma che per motivi burocratici non hanno ancora ottenuto la cittadinanza”.

Si apre insomma alle figlie di immigrati che, in base alle legge in vigore, hanno chiesto di diventare italiane, ma sono ancora in attesa che si concluda l’iter. E pure a quelle che hanno dei “buchi” nella continuità di residenza dovuti, ad esempio, al fatto che i genitori le hanno iscritte in ritardo all’anagrafe, situazioni sanate lo scorso anno dal “decreto del Fare”. Le ragazze nate all’estero, ma magari arrivate in Italia quando avevano pochi mesi di vita, rimangono escluse.

Non si tratta affatto, insomma, di una rivoluzione. E pure gli organizzatori, annunciando la novità, sembrano volersi tenere buoni fautori e avversari della riforma della cittadinanza: “Miss Italia, che rimane naturalmente il “concorso delle ragazze italiane”, – sottolineano – intende così agevolare coloro che vivono questa condizione: hanno cioè il diritto di ottenere la cittadinanza ma, per varie ragioni, non ne sono ancora entrate in possesso”.

“Ritengo che per il concorso questa novità – aggiunge la patrona del concorso,  Patrizia Mirigliani – rappresenti un’apertura di grande buon senso rivolta a tutte quelle ragazze che sono nate in Italia, che hanno frequentato le scuole nel nostro paese, che lavorano stabilmente e sono perfettamente integrate nella società al punto da essere italiane a tutti gli effetti. Miss Italia dà a queste donne il suo lascia passare per partecipare al concorso”.

Grazie tante per il lasciapassare, penserà qualcuna. E chissà se verrà apprezzata di più della scelta di due anni fa, quando furono ammesse a partecipare le ragazze straniere residenti in Italia da almeno un anno, ma in un concorso a parte che, soprattutto per le seconde generazioni, puzzava un po’ di ghetto. Lo scorso anno, quella “passerella etnica”  è stata eliminata.

Alla fine è solo un concorso di bellezza. Quel che conta davvero è che la politica non ha ancora risposto a ragazzi e ragazze come Ana Carolina Da Silva, una delle miss “straniere” del 2012 che durante la finale, in diretta tv, disse: "Abito in Italia da dodici anni e non ho ancora la cittadinanza. Per questo vorrei chiedere al governo di ridurre i tempi di attesa per coloro che la vogliono sinceramente, per essere italiana a tutti gli effetti perchè di cuore lo sono già".

Elvio Pasca
 

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