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Mohamed (per ora) non farà il tramviere

Il giudice ha respinto il ricorso contro l’Atm perchè il marocchino non ha presentato domanda di assunzione

Milano – 18 giugno 2009 – Il giudice del Lavoro di Milano Maria Gabriella Mennuni ha respinto "con profondo rincrescimento" il ricorso presentato dal marocchino aspirante tramviere, Mohamed Hailoua, contro l’Atm. Il giudice non ha voluto prendere decisioni contro il regio decreto del 1931 ancora in vigore, che mette tra i requisiti per l’assunzione nelle aziende di trasporti urbani quello della cittadinanza italiana.

Nel suo dispositivo Maria Gabriella Mennuni sottolinea di non aver avuto quasi scelta. Il marocchino, spiega infatti, non ha ancora chiesto di essere assunto. Per questo il ricorso presentato "potrebbe in seguito rivelarsi inutile in quanto non vi è garanzia che il ricorrente, una volta ottenuta una pronuncia a sè favorevole, presenti effettivamente la sua domanda di assunzione".

Nelle cinque pagine del documento il giudice dice di ritenere "pacifico" che il ricorrente, cioè il giovane marocchino "non abbia ancora presentato la propria domanda di assunzione", ma non condivide il ragionamento dei suoi legali secondo i quali, ai sensi del decreto legislativo 215 del 2003, il comportamento discriminatorio dell’Atm dovrebbe individuarsi già nei requisiti per partecipare contenuti nel bando di concorso pubblicato sul sito web per l’ammissione.

Il giudice ritiene dunque "abnorme" dover ordinare all’Atm "così come richiesto, di accettare e valutare una domanda del ricorrente non ancora presentata" dal momento che Hailoua "si è limitato a sottoporre al giudice un astratto quesito giuridico sulla natura discriminatoria dei bandi di concorso".

”Siamo soddisfatti del risultato – commenta l’Atm -. Come ampiamente previsto il ricorso è stato rigettato”. Mentre il legale di Mohamed, Alberto Guariso, avverte: "A questo punto presentiamo la domanda di assunzione", annunciando unedì presenterà reclamo contro la decisione del giudice che "contrasta con alcune sentenza della Corte di giustizia europea"

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