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Money transfer. Non si paga più la tassa del 2%

In vigore il decreto sulle semplificazioni fiscali, che ha abolito l’imposta che colpiva le rimesse degli irregolari. Rimane l’obbligo di esibire il permesso di soggiorno

Roma – 5 marzo 2012 – Venerdì scorso è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed è immediatamente entrato in vigore il decreto legge sulle semplificazioni fiscali, che ha abolito la tassa sulle rimesse dei migranti irregolari.

Il balzello era stato introdotto qualche mese fa, su impulso della Lega Nord, e costringeva chi spediva denaro all’estero a pagare anche un’imposta di bollo pari al 2% del denaro spedito. Erano esentati i cittadini Ue e i cittadini extraue muniti di matricola inps e codice fiscale, quindi regolarmente soggiornanti in italia.

Il governo Monti l’ha eliminato, giustificando la sua scelta con gli impegni internazionali dell’Italia sul fronte della riduzione dei costi delle rimesse. Proprio l’invio di denaro in patria da parte dei migranti (regolari o irregolari che siano) è infatti una leva fondamentale per lo sviluppo dei Paesi d’Origine, serve a sostenere le famiglie, ma anche ad avviare piccole attività imprenditoriali.

“Al fine di adempiere  agli impegni  internazionali assunti dall’Italia in occasione, tra l’altro  dei vertici  G8  de  L’Aquila (8-10 luglio 2009) e G20 di Cannes (3-4 novembre 2011) l’articolo  2, comma  35-octies,  del  decreto-legge  13  agosto   2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, e’ abrogato” recita quindi uno dei commi dell’articolo 3 del decreto legge  n. 16/2012.

Naturalmente rimangono in vigore tutti gli altri paletti previsti dalla legge per l’invio delle rimesse, comprese le norme introdotte dal pacchetto sicurezza del 2009, che già volevano disincentivare l’utilizzo dei money transfer da parte dei clandestini. Chi spedisce denaro all’estero, infatti, è tenuto a mostrare il permesso di soggiorno, se non lo fa deve essere segnalato dall’operatore alle forze dell’ordine.

Elvio Pasca

 

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