CITTA’ DEL VATICANO, 23 maggio 2011 – Gli Stati del Mediterraneo non chiudano le porte a chi chiede asilo e siano ”responsabili” nell’evitare che il ”mare nostrum” diventi ”mare monstrum”.
E’ l’appello che sull’emergenza immigrazione, e sulle tante persone che sono morte nel Canale di Sicilia, ha lanciato mons. Agostino Marchetto, ex segretario del Pontificio Consiglio per i Migranti.
”Io stesso – ha detto ai microfoni della Radio Vaticana – ho parlato di ‘mare nostrum’ e ‘mare monstrum’, perche’ c’e’ il rischio che quello che e’ stato considerato un mare che unisce, diventi un’occasione per dover lamentare tutte queste vittime. Vittime che sono nostri fratelli e sorelle che vogliono raggiungere la liberta’, fuggire dalle persecuzioni”. Secondo mons. Marchetto, ora ”la situazione si aggrava, perche’ il dieci per cento di coloro che vengono dalla Libia trova la sua fine in mare. Quindi si tratta di un ”mare monstrum” che ingoia i suoi figli”.
”Credo che gli Stati – ha spiegato – debbano essere richiamati alle loro responsabilita’. Responsabilita’ che in questo caso diventa disponibilita’ nel ricevere coloro che hanno diritto di chiedere asilo”.