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Morcone: “Facciamo lavorare i profughi”, ma Alfano frena

Il capo del dipartimento immigrazione: “Retribuzioni ridotte, così si pagheranno l’accoglienza”. Il ministro: “No, solo volontariato. Prima gli italiani”

 

Roma – 18 agosto 2016 – Impiegare rifugiati e richiedenti asilo “in settori che hanno bisogno: l’agricoltura, le costruzioni, l’assistenza agli anziani”. E pagarli “con una retribuzione che potrebbe essere ridotta: la decurtazione servirebbe per recuperare i costi dell’accoglienza”.

È la proposta lanciata oggi dal prefetto Mario Morcone, capo del dipartimento immigrazione del ministero dell’Interno, in un’intervista al corriere della Sera. “Miro a dare loro un futuro e far sì che non siano solo un peso per la comunità: l’inclusione, poi, impedisce la radicalizzazione e giova alla sicurezza. Questa emergenza si può trasformare in un’occasione di sviluppo».

“Alcuni sindaci  – ricorda Morcone – hanno già attivato progetti di volontariato che vedono i migranti protagonisti. È ora di fare un passo in avanti”. “Non possiamo più lasciare queste persone appese in attesa di un destino che cada dall’alto. E che si abbrutiscano passando la giornata ad attendere il pranzo e la cena”.

Il lavoro sarebbe volontario, ma il prefetto pensa a un meccanismo premiale. “C’è il permesso umanitario. Attualmente viene dato per motivi di vulnerabilità ai bambini e ai malati. Potremmo usarlo in questo senso. Dopo un anno la verifica servirebbe da incentivo a comportamenti virtuosi”.

E gli italiani che non hanno un lavoro? “Io mi occupo di immigrati Dei cittadini italiani se ne dovrebbero occupare altri ministeri” taglia corto Morcone.

L’obiezione, però, arriva anche dal ministro dell’Interno Angelino Alfano, che frena sull’ipotesi di Morcone. “Occorre che i profughi diano una mano d’aiuto nelle città in cui vivono, attraverso convenzioni con associazioni di volontariato e realizzando risultati che possano essere di utilita’ sociale. Ma la regola e’ che nei lavori si da’ sempre e comunque precedenza agli italiani” ha detto stamattina a Rtl. 

“Per noi – ha aggiunto Alfano – la regola è prima gli italiani. Altra cosa è volontariato che permetta a profughi di darsi da fare. Bene lavoro volontario in convenzioni con comuni e associazioni di volontariato, mai attivita’ che possa dire ‘prima i profughi poi gli italiani’. Bisogna evitare che queste persone passino il tempo ad aspettare i pasti e che appaiano un peso per le comunità, che possono pensare che i profughi stanno qui all’infinito senza fare nulla”

 

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