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Moschee. Alfano: “Più facili da controllare dei luoghi di preghiera improvvisati”

L'informativa alla Camera sulla lotta al terrorismo. "La nostra attenzione è sempre stata e sempre sarà alta, anche sui flussi migratori"

Roma – 9 gennaio 2015 – Moschee e flussi migratori sono già sotto controllo nella lotta al terrorismo. "La nostra attenzione è sempre stata e sempre sarà alta" ha confermato stamattina il ministro dell'interno Angelino Alfano nella sua informativa alla Camera dopo la strage di Parigi.

"Alcune dichiarazioni  – ha ricordato il titolare del Viminale – hanno ritenuto di evidenziare, tra le possibile fonti di rischio, i centri di aggregazione religiosa in cui potrebbero operare i predicatori di odio, fomentando azioni violente. Voglio rassicurare sul fatto che sia le moschee sia gli altri luoghi di culto non vengono affatto trascurati nelle analisi di intelligence investigativa e siamo oggi in grado di poterne avere una fedele fotografia, avendone recentemente anche curato una puntuale rilevazione".

Poi un passaggio che dovrebbe far riflettere chi si oppone alla costruzione di luoghi di culto islamici degni di questo nome. "Il monitoraggio a fini di prevenzione di questo particolare aspetto aggregativo è reso difficile anche dal fatto che in molti casi il culto viene praticato in locali di fortuna del tutto inidonei e per i quali mancano le prescritte autorizzazioni. Questa peculiarità del fenomeno può favorire zone di ombra nelle quali sono più difficili gli accertamenti e le attività di rilevazione".

Alfano ha anche detto di non sottovalutare "le preoccupazioni che si indirizzano verso i flussi di immigrazione, individuati come possibile veicolo di infiltrazione dei movimenti terroristici in territorio nazionale. Anche a questo proposito vorrei dare rassicurazioni circa l'attivazione di adeguati dispositivi di controllo, ricordando come siano in corso forme sinergiche di collaborazione tra le nostre agenzie di sicurezza e gli omologhi uffici antiterrorismo esteri, per garantire la più ampia copertura informativa sui rischi di infiltrazione insiti nelle dinamiche migratorie che interessano le frontiere italiane".

Intanto, il governo sta per varare nuove norme contro la "figura del terrorista molecolare home made, capace di trasformarsi in un'impresa  individuale terroristica, nel senso che si autoradicalizza e si autoaddestra anche ricorrendo al web, si procura le armi e le istruzioni per il loro uso, progetta da solo, e comunque senza apparenti e dimostrate appartenenze a reti strutturate, attacchi o azioni terroristiche".

Un decreto dovrebbe dare al Questore la possibilità di ritirare il passaporto ai sospettati e di metterli sotto sorveglianza speciale, in modo da “restringerne capacità di movimento e campo di azione". Contro i cosiddetti "foreign fighters" (in Italia se ne stimano una cinquantina) si introdurrà "una specifica figura di reato che, colmando una oggettiva carenza, colpisce non solo i combattenti stranieri, ma anche chi agisce dietro le quinte tirando le fila degli spostamenti verso l'estero".

É previsto anche un giro di vite sul web, fonte di propaganda e addestramento. Il provvedimento ha spiegato Alfano, consentirà "all'autorità giudiziaria di ordinare ai provider l'interdizione dell'accesso ai siti utilizzati per la diffusione di messaggi di incitamento a condotte terroristiche censiti in una black list continuamente aggiornata dalla polizia postale".
 

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