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Mutilazioni genitali. Fornero: “Italia impegnata per risoluzione Onu”

“Il problema colpisce non solo i Paesi poveri, ma anche le comunità di immigrati negli Stati occidentali. Nessuna tradizione può portare a sacrificare una figlia”

Roma – 28 febbraio 2012 – ”L’Italia sta facendo un ottimo lavoro sulla lotta contro le mutilazioni genitali femminili, rispettando quelli che sono gli affari interni dei Paesi e sui quali non si puo’ intervenire in maniera brutale”.

Ne è convinta il ministro del lavoro e delle pari opportunita’, Elsa Fornero, che ha partecipato ieri alla riunione di apertura della Commissione sullo Status delle Donne al Palazzo di Vetro dell’Onu.

”Confido che si possa arrivare all’approvazione della risoluzione sulle mutilazioni genitali entro l’anno – ha auspicato il ministro – e l’impegno dell’Italia in questo sara’ massimo”. Il problema colpisce non solo i Paesi poveri, ma anche le comunita’ di immigrati negli Stati occidentali.

In Italia le mutilazioni genitali sono un reato punito con la detenzione fino a sedici anni anche quando l’intervento è eseguito all’estero su una cittadina italiana o straniera residente in Italia. Inoltre, i medici scoperti a praticare questo tipo di interventi non possono più esercitare la loro professione.

”E’ necessario convincere le persone che si tratta di una pratica barbara e che nessuna tradizione puo’ portare a sacrificare una figlia in questa maniera. Per quanto riguarda gli immigrati in Italia la cosa importante e’ riuscire a far capire che la mutilazione genitale non puo’ essere accettata”.

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