Roma – 26 agosto 2013 – Nel centro storico di Napoli sparano agli immigrati.
Nei giorni scorsi ci sono stati due raid tra Forcella e il Duomo. Henry Kwasuc, cittadino nigeriano, è stato da una pallottola alla gamba ed è ancora ricoverato in ospedale, mentre S.B.C., di trentenne senegalese, è riuscito a rimanere illeso. Non è escluso che ci siano altre vittime, che però non hanno avuto il coraggio di rivolgersi alla Polizia.
“Mi hanno sparato alle spalle, con una pistola, senza alcun motivo. È successo nella notte tra lunedì e martedì scorso. E alcuni amici mi hanno detto che la stessa cosa, alcuni giorni prima, è accaduto ad un nigeriano. Dio ha voluto salvarmi. Credo solo in lui” ha raccontato S.B.C. al dorso locale di Repubblica.
A lanciare l’allarme è stata l’ associazione antirazzista 3 Febbraio, ricordando il caso di Ibrahim Diop, venditore ambulante senegalese ucciso in un phone center nell’agosto 2005 da un diciannovenne napoletano. A quell’aggressione seguì una manifestazione contro la violenza e il razzismo alla quale parteciparono migliaia di persone, napoletani e immigrati.
“Oggi il clima di scontro verso gli immigrati, l’egoismo e la paura rendono la reazione più difficile ma non meno urgente. Pensiamo che se un nostro simile rischia la vita in questo modo, è la vita di tutti a rischio. Se non siamo più liberi di passeggiare nelle strade della città, se la nostra vita è in balia del capriccio di qualche criminale, il problema non è più solo di chi è colpito” dice Gianluca Petruzzo della A3f.
Stamattina si è fatto sentire il sindaco Luigi De Magistris. Napoli, ha detto, “non è una città razzista e intollerante, ma accogliente e favorevole alla contaminazione tra popoli, culture e religioni", pero', "puo' conoscere fenomeni di questo tipo sui quali e' importante che forze dell'ordine e magistratura facciano al piu' presto chiarezza per comprendere bene di cosa si sta parlando”.
“Non fa mai male – ha sottolineato il primo cittadino partenopeo – alzare la vigilanza e l'attenzione su quello che può apparire un fatto episodico che, se non denunciato con fermezza, se non stigmatizzato in modo chiaro e forte, può assumere il carattere di una maggiore recrudescenza".