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Naufragio nel Canale di Sicilia, quasi duecento dispersi

Nuova tragedia tra sabato e domenica. Il racconto dei supersiti all’Unhcr: “La barca si è capovolta”

 

Roma – 17 gennaio 2017 – “Notte tra il 14 e il 15 gennaio. 180-200 persone ammassate su un’imbarcazione a due piani, partita dalla Libia. Somali, eritrei, etiopi. Uomini, donne e bambini. Uno dei due motori si rompe dopo 4 ore, l’altro poco dopo. Imbarcano acqua e non hanno neppure un secchio per svuotarla.. La barca si capovolge, tutti finiscono in mare. Si aggrappano l’uno all’altro, ai pezzi della barca che rimangono a galla”.

È il racconto di un nuovo naufragio tra la Libia e l’Italia, raccolto dagli operatori dell’Unhcr parlando con i superstiti. Sono stati raccolti diverse ore dopo la tragedia a trenta miglia dalla costa libica da una nave francese che partecipa all’operazione Triton di Frontex e poi trasbordati sulla nave norvegese Siem Pilot che li ha fatti sbarcare nel porto di Catania. 

In mare sono state salvate 38 persone e recuperati quattro corpi senza vita. Tutti gli altri compagni di viaggio risultano dispersi. Alcjuni dei sopravvissuti sono stati trasferiti in ospedale a Palermo e ricoverati perché erano in ipotermia grave. 

Ancora dal racconto di chi si è salvato: “Sam (nome fittizio) cerca la moglie che era al centro della barca insieme ad altre 70 donne, ma non la trova. Vede una donna somala in pericolo e cerca di aiutarla, dandole ciò che resta del suo giubbotto di salvataggio. Le ore passano nell’acqua gelida, la donna somala stremata viene inghiottita dall’acqua. Molti si lasciano andare”.

Secondo l’Unhcr, dall’inizio dell’anno sono sbarcati  in Italia più di 2.300 migranti. Nel 2016 sono stati registrati oltre 181.000 arrivi, almeno 5.000 i morti o dispersi nel Mediterraneo.

 

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