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Nicolini: “Il nuovo Olocausto è nel Mediterraneo”

Il sindaco di Lampedusa: "La candidatura al Nobel? Per ricordare gli innominati inghiottiti dal mare. Il nostro modello di accoglienza è disumano"

Roma – 14 febbraio 2014 – "Un traguardo enorme. Un’operazione verità". Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa, definisce così la candidatura dell’isola al premio Nobel per la Pace. “è la via per dare dignità ai morti che non hanno mai avuto un nome. Per ricordare gli innominati inghiottiti dal Mediterraneo".

"È come dire a tutto il mondo – spiega in un’intervista pubblicata oggi da l’Espresso – che questi morti sono l’Olocausto di oggi. È un premio all’accoglienza solidale, quella dal basso, dei cittadini, l’unica che non fa affondare il nostro continente".

Ricorda i morti, Nicolini, ma chiede anche di accogliere degnamente i vivi. "Il nostro modello di accoglienza non funziona: è disumano. Mi chiedo; perché aspettar ei morti per indignarci? Dopo le tragedie , l?Italia e l’Europa hanno scoperto che qui arrivano bambini e famiglie, che questi centri più che di accoglienza sono luoghi che cancellano l’identità".

"Non sarebbe meglio – si chiede e propone il sindaco di Lampedusa – creare accoglienza diffusa sul territorio? Lavorare per l’integrazione incentivando i comuni ad accogliere: basterebbe fornire i mezzi necessari. Ma questo non basta. Perché è necessario una volta per tutte abolire la Bossi-Fini: ci vuole una legge sul diritto di asilo e bisogna pensare a una politica diversa per i migranti".
 

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