Roma, 16 giugno 2014 – Ancora una tragedia dell’immigrazione. Almeno dieci persone hanno perso la vita in un naufragio avvenuto a 40 miglia dalle coste libiche. Un gommone carico di migranti si è capovolto ed è affondato.
Il naufragio risale a venerdì pomeriggio. Il primo intervento di soccorso è stato effettuato dalla nave Dattilo della Capitaneria di Porto, che ha recuperato 39 naufraghi. Nel frattempo la fregata Scirocco e il pattugliatore Orione della Marina Militare si sono diretti alla massima velocità verso la zona interessata per prestare soccorso. L’elicottero della nave Scirocco è decollato per recarsi nel più breve tempo possibile sul luogo del naufragio. Alle operazioni ha partecipato anche la nave mercantile Norland, che ha recuperato un naufrago. Sono dieci i corpi recuperati, continuano le ricerche di eventuali superstiti.
Le navi Dattilo e Diciotti della Capitaneria di Porto hanno completato il trasbordo sulla nave rifornitrice Etna dei migranti del gommone affondato. Sulla stessa unità sono stati imbarcati i 104 immigrati che si trovavano a bordo di un altro gommone. La rifornitrice Etna, con a bordo circa 700 migranti soccorsi negli ultimi giorni e i dieci corpi finora recuperati, si sta dirigendo verso il porto di Palermo. L’arrivo è previsto domenica mattina alle 7.
Sindaco Orlando: stop a indifferenza – ”L’impegno dei Comuni siciliani, in coerenza con una cultura della accoglienza e dei diritti, non può essere mortificato da indifferenze e sottovalutazioni di istituzioni di governo nazionale ed europeo” ha detto il sindaco di Palermo e presidente dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando. In prefettura a Palermo si è svolta una riunione per organizzare quanto necessario ad accogliere i profughi.
Alfano: Italia non può farsi carico da sola dell’instabilità della Libia – Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, è tornato a ribadire che ”l’Italia è un paese accogliente, ma non può accogliere tutti. Il Mare Nostrum non può essere italiano e basta. Bisogna che l’Europa faccia la propria parte, prendendo in mano la frontiera mediterranea: oppure l’Italia lascerà la questione in mano all’Europa”. ”Noi salveremo le vite umane – ha aggiunto Alfano – ma non possiamo farci carico da soli dell’instabilità in Libia, prodotta dalla comunità internazionale”.