Roma, 14 gennaio 2021 – Domani scadrà il decreto entrato in vigore lo scorso 7 gennaio, e di conseguenza verrà introdotto un nuovo Dpcm. Secondo quanto emerso finora, si aggiungerà al decreto legge varato mercoledì: entrambi, infatti, saranno validi dal 16 gennaio al 5 marzo. Un’unica eccezione riguarda gli spostamenti tra le regioni: il divieto, al momento, è previsto fino al 15 febbraio. Durante la riunione con i presidenti delle Regioni, poi, il ministro della Salute Roberto Speranza ha confermato lo stato d’emergenza fino al 30 aprile, e che le soglie di accesso alle aree di rischio, quindi alle ormai note zone, sono state abbassate. Vediamo nel dettaglio cosa cambierà.
Nuovo Dpcm, cosa cambia
Per quanto riguarda la suddivisione delle zone, considerando l’indice di Rt, sarà sufficiente che esso sia pari a 1 per diventare zona arancione, e a 1,25 per essere invece zona rossa. In riferimento alle novità, nel nuovo Dpcm verrà inserito probabilmente il divieto di asporto per i bar dopo le ore 18. Si conferma, inoltre, la chiusura di palestre, piscine e cinema. Per il resto, resteranno valide le regole delle zone gialle, arancioni e rosse. La suddivisione di colori, però, si scoprirà solamente domani dopo che l’Iss, in collaborazione con il ministero della Salute, fornirà il monitoraggio settimanale dell’emergenza covid in Italia.
Tra le novità più importanti, poi, ci sarebbe l’introduzione di una zona bianca. Per rientrarci, il territorio dovrà dimostrare un indice Rt inferiore a 1 e un numero di contagi non superiore ai 50 ogni 100 mila abitanti. In quel caso, si potrebbero riaprire bar, ristoranti, cinema, palestre, musei, piscine. Sarebbe un vero e proprio piccolo passo verso un ritorno alla normalità caratterizzato, però, dall’utilizzo costante della mascherina e dal mantenimento delle distanze di sicurezza. Al momento, tuttavia, pare che nessuna Regione possa essere considerata bianca.
Come dovrebbero dividersi le Regioni
Questo provvedimento non è stato molto apprezzato dai presidenti di Regione, che si sono definiti piuttosto preoccupati. In particolare, a dichiararlo è stato il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, il quale ha sottolineato che in questo modo si “rischia di rappresentare un ulteriore fattore negativo di tensione sociale ed economica sui territori”. Inoltre, secondo il presidente dell’Emilia Romagna si va a colpire “categorie già provate dalle restrizioni di queste settimane”.
Intanto, tra i Palazzi romani si sta valutando l’ipotesi di riaprire i musei e le mostre a partire dal 18 gennaio, almeno nelle regioni che verranno considerate zona gialla. Ad annunciarlo è stato lo stesso ministro della Cultura Dario Franceschini questa mattina. In ogni caso, da domenica le regioni gialle potrebbero essere davvero poche. Nella maggior parte dell’Italia, infatti, i numeri ancora non permettono delle vere e proprie riaperture. E proprio per questo motivo è stata vista la necessità di introdurre un nuovo Dpcm così severo. La maggior parte saranno probabilmente zona arancione. Secondo i dati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, infatti, risulta che molte Regioni sono ancora sulla soglia limite.
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