Domani entrerà in vigore il decreto firmato lo scorso 3 novembre dal Presidente Conte. Con il nuovo Dpcm, l’Italia viene divisa in tre aree in base al rischio: zona rossa, zona arancione e zona gialla. Per le prime due, oltre alle restrizioni nazionali, sono state previste delle misure aggiuntive per contrastare la diffusione del coronavirus. Vediamo nello specifico cosa si può e cosa non si può fare in queste due aree.
Nuovo Dpcm zona rossa e arancione, cosa si può fare
Iniziamo dalle aree arancioni. Le Regioni che rientrano in queste zone sono Puglia e Sicilia, selezionate poiché “caratterizzate da uno scenario di elevata gravità e da un livello di rischio alto”. In questo caso le restrizioni avranno una durata di 15 giorni e poi, in base all’andamento, verranno rinnovate o allentate. Per tutti i residenti delle due Regioni, non è possibile entrare e uscire dal proprio comune di residenza se non per motivi di lavoro, salute, emergenze e per accompagnare i figli a scuola. E’ vietato, infatti, spostarsi sia con i mezzi pubblici che privati in un comune diverso da quello in cui si abita, se non per comprovate esigenze. E’ consentito, però, rientrare a casa, anche se la residenza è in una Regione differente.
In ogni caso, per effettuare gli spostamenti sarà indispensabile compilare l’autocertificazione, in modo da poter giustificare il motivo. Rimane consentita l’attività motoria, ma solo nel caso in cui sia svolta nel proprio comune e all’aperto. Palestre, piscine e centri sportivi, invece, devono rispettare la chiusura prevista anche a livello nazionale. Sono poi totalmente sospese le attività dei servizi di ristorazione, quindi bar, ristoranti, pub, gelaterie e pasticcerie. Resta permesso l’asporto, entro l’inizio del coprifuoco, e il domicilio. Rimangono aperti i negozi di vendita al dettaglio, così come i centri commerciali (chiusi però nei giorni festivi e prefestivi).
Per quanto riguarda la scuola, restano aperte le elementari, le medie e i servizi per l’infanzia. Gli studenti, però, saranno obbligatati a indossare la mascherina anche al banco. Alle superiori, invece, viene reintrodotta la didattica a distanza al 100%.
Zone rosse
Nelle zone rosse, Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle D’Aosta, le misure sono più stringenti: si può dire che qui entrerà in vigore una sorta di lockdown. Durante la giornata, infatti, sono consentiti gli spostamenti solamente per motivi di lavoro, salute, necessità e studio laddove sia possibile ricorrere alla didattica in presenza. Ovviamente, per spostarsi sarà sempre necessaria l’autocertificazione. Per quanto riguarda la scuola, rimarranno aperti i servizi per l’infanzia, le elementari e solamente la prima media. Dalla seconda in poi, invece, si ricorrerà alla didattica a distanza.
Anche in questo caso rimane consentito il rientro al proprio domicilio o residenza. Resteranno operativi anche i parrucchieri e i barbieri, i supermercati, le farmacie, le edicole, i tabacchi e i negozi di vendita considerati essenziali come, per esempio, le lavanderie. I servizi di ristorazione sono costretti a chiudere le serrande, ma rimarrà permesso l’asporto fino alle ore 22 e la consegna a domicilio. Restano aperte inoltre le industrie, le attività legate all’artigianato, all’edilizia e ai servizi. Anche in questa zona rimane consentita l’attività motoria, ma vicina a casa.
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