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Nuovo lockdown, il governo attende il 15 novembre per decidere

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Eccolo tornare, prepotentemente, a voler interrompere le vite degli italiani: il lockdown. Aumentano i numeri, la curva epidemiologica non dimostra di avere intenzione di scendere, le Regioni passano da un colore all’altro nel giro di pochi giorni. Sembra non esserci più alternativa, così è spuntata fuori di nuovo l’ipotesi di un nuovo lockdown generalizzato. Dopo l’ultimo Dpcm del 3 novembre, sembrava che l’idea fosse stata abbandonata. Perchè una nuova quarantena comporterebbe delle conseguenze economiche e psicologiche devastanti. Ma il rischio di un nuovo collasso del sistema sanitario è ancora più imminente, quindi sembra essere l’unica opzione valida.

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Nuovo lockdown, la data chiave è il 15 novembre

Gli operatori sanitari lo implorano, i tecnici lo valutano. La preoccupazione continua a crescere, e sebbene tutti volessero evitare un nuovo lockdown, sembra che non sia più possibile. Al momento si pensa di aumentare le misure restrittive volte a contrastare la diffusione del coronavirus, magari con la chiusura dei ristoranti durante il week end. Ma l’ipotesi di un nuovo lockdown sta diventando sempre più concreta. Il Presidente Conte, tuttavia, si dice ancora disposto ad aspettare, almeno fino al 15 novembre. Vuole prima vedere gli effetti delle restrizioni e della divisione dell’Italia nelle tre zone rosse, arancioni e gialle. Entro il 15 novembre, quindi, si dovrebbe capire se è stata presa la strada giusta oppure no.

Se i tentativi messi in campo fino adesso non dovessero rivelarsi efficaci, probabilmente il governo potrebbe ordinare il nuovo lockdown. Per questo un nuovo Dpcm, più o meno in quella data, non è da escludere. Secondo il Corriere della Sera, già nel fine settimana si potrebbe riaprire la discussione con le Regioni e con il Comitato tecnico scientifico. In particolare, infatti, a spingere verso questa strada sarebbero i ministri Speranza e Franceschini.

Il sistema sanitario è a rischio collasso

Quello che in questo momento preoccupa di più è un altro potenziale collasso del sistema sanitario. Il rischio di saturazione negli ospedali, infatti, potrebbe arrivare ancora prima della tanto attesa inversione di tendenza della diffusione del coronavirus. Secondo gli esperti, nonostante il picco toccato il 7 novembre della percentuale tra tamponi e positivi pari al 17,2%, dopo il 9 la curva dovrebbe incominciare a dimostrare qualche segno di debolezza. Dal 15, poi, è previsto l’inizio della decrescita, in risposta ai benefici portati dalle misure restrittive anti contagio.

Effettivamente, già da inizio mese era stato previsto un picco massimo intorno al 7/8 di novembre, quindi anche l’ipotesi del 15 novembre come data di inizio del calo potrebbe essere corretta. Se però così non fosse, l’unica alternativa, a quel punto, sarebbe un nuovo lockdown. Una scelta che nessuno ora vorrebbe prendere.

“Se fra cinque giorni la curva epidemiologica non avrà invertito la rotta, l’ipotesi più probabile è far entrare tutte le Regioni in “zona rossa”. In questo caso sarà indispensabile rivedere la lista dei negozi che possono rimanere aperti durante la giornata. Per farlo sarà necessario un Nuovo Dpcm che, se dovesse esserci un’accelerazione politica, potrebbe essere discusso con Regioni e Cts già nel prossimo fine settimana”, si legge infatti sul Corriere.

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