II presidente Usa: “Cento anni fa non si applicavano le regole più severamente di adesso. I figli di chi è entrato illegalmente sono uguali ai miei figli”
Washington – 15 settembre 015 – Parlare male degli immigrati irregolari è anti Americano. Così come non considerare i loro figli uguali ai figli degli americani. L’America è stata fatta da persone come loro.
Mentre la campagna per le primarie dei Repubblicani assume spesso toni xenofobi, Barack Obama torna a schierarsi con gli undici milioni di stranieri che vivono negli Usa senza permesso di soggiorno.
“Tutto questo sentimento anti-immigrati tra i nostri politici è contrario a ciò che siamo” ha detto il presidente americano parlando ieri in una scuola superiore in Iowa. “A meno che tu non sia un nativo americano – ha spiegato – la tua famiglia è arrivata qui da qualche altro posto”.
Obama ha smontato la testi che un tempo l’immigrazione fosse più controllata. “Non facciamo finta che un secolo fa fosse tutto regolare, non è così che andava. Non era un processo ordinato dove si applicavano tutte le regole e tutte le regole erano severe”. E anche per questo oggi criticare gli immigrati irregolari è contrario allo stile di vita americano, “non è ciò che siamo”.
Il presidente Usa vorrebbe che gli irregolari potessero uscire allo scoperto, pagare una multa e mettersi in regola. E intanto, continua a chiedere che i figli non paghino le colpe dei padri.
I bambini portati in America da genitori entrati illegalmente, ha sottolineato Obama, sono “americani a tutti gli effetti se non per un pezzo di carta” e dovrebbero essere accolti dai loro pari.
“Quando sento gente parlare come se questi ragazzi fossero diversi dai miei figli o meno importanti sotto lo sguardo di Dio, che in qualche modo sarebbero meno meritevoli del nostro rispetto, considerazione e cura, io penso che non-americano”. “Io – ha concluso – non la penso così, penso che sbagliato e che noi dovremo fare meglio, perché così che l’America è stata creata”