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L’indagine. Otto immigrati su dieci vorrebbero votare in Italia

Partecipano (quando possono) alla vita civica, fanno lavori non corrispondenti alle loro qualifiche, hanno difficoltà a imparare la lingua, ma sono soddisfatti e ottimisti. I risultati dell’Immigrant Citizens Survey

Roma – 9 maggio 2012 – Il 70-80% degli immigrati in Italia si dice pronto a votare e a partecipare alla vita politica e sociale del Paese.

 

E’ uno dei risultati dell’indagine ‘Immigrant Citizens Survey (Ics)’ presentata oggi a Bruxelles, condotta, fra ottobre 2011 e gennaio 2012, in sette paesi europei. Da noi l’indagine è stata condotta dalla Fondazione Ismu, che ha intervistato 797 stranieri (a Milano 397, a Napoli 400), tra i 25 e i 39 anni, nati al di fuori della Ue.

Questi i dati più interessanti dell’indagine, secondo una nota diffusa oggi dall’Ismu:

Occupazione
Mentre nel resto dell’Europa più della metà degli immigrati intervistati dichiara di lavorare per imprese private, Napoli risulta in controtendenza: qui più della metà dichiara di essere impiegata come persona di servizio o domestica (a Milano la quota scende a un quarto, a parità con Madrid). I paesi in cui è più problematico trovare lavoro sono il Portogallo e l’Italia (hanno avuto difficoltà dal 70 all’80% degli intervistati). Napoli e Milano sono le città europee in cui gli immigrati si sentono più sovraqualificati rispetto al lavoro che svolgono (agli ultimi posti troviamo Berlino, Liegi e Stoccarda). In Italia sono pochissimi (meno del 10%, rispetto a un terzo o un quarto nel resto d’Europa ) gli immigrati che hanno chiesto di riconoscere ufficialmente le proprie qualifiche.

Lingua
Il 60-70% di immigrati nelle città d’Italia, Portogallo e Francia hanno avuto difficoltà a imparare la lingua del posto. Il motivo principale è, come nel resto della popolazione, la mancanza di tempo nel 50% degli intervistati in Italia, e la poca motivazione nel 32%. A Milano però più del 30% degli intervistati ha cominciato o completato un corso di lingua o integrazione (a Napoli solo il 20%), contro il 45% di Lione e Parigi.

Partecipazione civica e politica
La maggior parte degli intervistati se potesse voterebbe. In Italia una percentuale compresa tra il 70 e l’80% è disposta a votare. La percentuale più alta di chi pensa che sarebbero necessari più parlamentari con un background di immigrati si trova a Milano (quasi il 90%), seguita da Berlino e Napoli. L’Italia inoltre presenta le più alte percentuali di partecipazione tra gli immigrati alla vita civica, dopo il Belgio: a Milano il 14,6% degli intervistati è iscritto al sindacato (contro il 5,5% della popolazione locale); a Napoli addirittura il 3,2% dice di essere iscritto a un partito politico (in linea con la media nazionale che è del 3,7%). E’ Napoli la città europea dove gli immigrati hanno una maggiore conoscenza (più dell’80%) e partecipazione (circa il 20%) ad  organizzazioni di immigrati.       

Ricongiungimento familiare
In Italia la principale ragione per cui si rinuncia al ricongiungimento familiare è la mancanza dei requisiti. Il maggior problema riscontrato in Italia nel riunire la famiglia è stato l’ottenimento dei documenti. In Italia oltre la metà ha affermato che vivere assieme alla famiglia li ha aiutati a sentirsi più coinvolti nella comunità locale.

Residenza a lungo termine
Dopo una residenza di sei anni, più del 60% dei residenti stranieri a Milano (a Napoli meno del 40%) ha ottenuto un permesso di lungo termine, in linea con le città di Francia, Germania, Spagna e Budapest. La residenza a lungo termine ha fatto sentire gli immigrati più stabili, soprattutto in Italia (più del 75%).

Soddisfazione nei confronti della propria vita
Gli immigrati intervistati, su una scala da 0 a 10, hanno espresso il loro grado di soddisfazione in merito alla loro vita quotidiana. In Italia quelli che vivono a Milano sono soddisfatti della loro vita quanto la popolazione locale (6.5), a Napoli il valore scende a meno di 6. A Milano si ritengono molto più soddisfatti del proprio lavoro (più di 7) della popolazione locale (meno di 7); molto ottimisti sulla propria salute (quasi 8).

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