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Pacchetto sicurezza, si infiamma il dibattito politico

Umberto Bossi provoca: “Noi andavamo a lavorare, non ad ammazzare la gente” ROMA, 9 agosto 2009 – Nel giorno dell’entrata in vigore del ‘pacchetto sicurezza’, (i cui sono partiti i primi arresti per il reato di immigrazione clandestina) il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha mandato un forte richiamo sul tema dell’integrazione.

Durante la commemorazione della tragedia di Martinelle il capo dello Stato ha sottolineato ieri che ”il ricordo delle generazioni che hanno vissuto l’angoscioso periodo delle migrazioni dalle regioni piu’ povere d’Italia e hanno affrontato condizioni di lavoro gravose ed estremamente rischiose, deve costituire ulteriore motivo di riflessione sui temi della piena integrazione degli immigrati cosi’ come su quelli della sicurezza nei luoghi di lavoro”.

FINI CON NAPOLITANO
Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha condiviso pienamente le parole del Capo delle Stato ed ha sottolineato come “sia inammissibile che un uomo e una donna vengano considerati il momentaneo supporto di cui ha bisogno la societa”’. E’ necessario ”rispetto”, ha sottolinea Fini, ”anche per il lavoratore che non ha il papier, il documento”. Questo lo devono ricordare tutti, anche chi, come politico, ”rappresenta il nord dell’Italia” che non deve scordare che emigrati come quelli italiani delle miniere di Marcinelle ”oggi sarebbero definiti extracomunitari” e forse da qualcuno ”anche con disprezzo”.

LA LEGA ATTACCA
La posizione di Fini ha provocato la solita, (spesso irrazionale) reazione della Lega, prima con Roberto Calderoli e Roberto Cota e poi da Umberto Bossi. A Fini che ha chiesto alla Lega di ricordare gli emigranti del nord, Bossi ha replicato seccamente: ”Noi andavamo a lavorare, non ad ammazzare la gente”. ”Il lavoratore – ha detto Calderoli – in quanto uomo o in quanto donna merita sempre rispetto anche se irregolare: ma con il dovuto rispetto va anche processato ed espulso quando non sia in possesso dei requisiti necessari perche’ cosi’ dice la legge approvata dal Parlamento”. Non solo, ha detto il presidente dei deputati del Carroccio, Cota: ”L’introduzione del reato di clandestinita’ e’ la prima forma di rispetto e chiarezza nei confronti di tutti: nei confronti dei nostri cittadini, ma anche nei confronti degli immigrati che sanno con chiarezza quello che possono e quello che non possono fare, cioe’ stare da noi senza essere in regola”.

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