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VIAGGIO TRA GLI EXTRACOMUNITARI IN FILA PER VOTARE IL CANDIDATO
CENTROSINISTRA
Palermo, 4 mar. – (Adnkronos) – Arunima e Asha indossano il
vestito buono della domenica. Arunima, 28 anni, occhi color carbone e
orecchini di oro giallo enormi ha un sari color azzurro dorato, la
sorella Asha, 33 anni, e’ vestita di verde. Fanno la fila al gazebo
tenendosi per mano, aspettando il loro turno. Anche loro vogliono
decidere il nome del candidato del centrosinistra a sindaco di
Palermo.
La fila nel gazebo di piazza Bellini e’ lunghissima e neppure la
pioggia che inizia a cadere fitta fitta dissuade gli extracomunitari
che si sono iscritti nella speciale lista per potere votare. Sono
circa 900 gli stranieri che voteranno fino alle 21 di oggi.
“Ma sono numeri ridicoli rispetto agli oltre ventimila
extracomuniatri presenti a Palermo – dice sconsolata Samira Zalteni,
33 anni, mediatrice interculturale tunisina – Purtroppo c’e’ stata
disorganizzazione, perche’ se molti stranieri lo avessero saputo
prima, ui numerosi sarebbero ben altri”. Samira vive a Palermo da
oltre vetn’anni. Parla un italiano perfetto. Sul voto ai candidati del
centrosinistra, dice: “E’ un inizio per arrivare, speriamo presto, al
diritto di voto. Quello vero. Siamo in migliaia ad avere la
cittadinanza. Ma molti non possono votare”.
Sirus Nikkrho, un iraniano trapiantato in Italia
da molti anni, oggi si sente un uomo “felice”. “Si’ – spiega mentre
aspetta il suo turno – perche’ oggi usciamo dall’invisibilita’ in cui
siamo costretti a vivere sempre. Oggi anche il nostro voto contera’. E
noi siamo qui perche’ vogliamo dimostrate che esistiamo anche noi, per
noi e’ una sorta di riscatto sociale”. Ma la speranza di Sirus e’ che
“presto anche noi stranieri che da anni viviamo in Italia possiamo
andare a votare”.
Xavier Viginden, 46 anni, e’ dello Sri Lanka e vive in Italia da
piu’ di trent’anni. “Oggi sono venuto qui al gazebo – spiega – perche’
anche noi possiamo esprimere il nostro voto. noi che viviamo qui da
sempre abbiamo gli stessi diritti e doveri degli italiani”.
John Wagebe e’ un ghanese di 29 anni e vive a Palermo da sei
anni. “Sono qui perche’ vogliamo esprimere il nostro voto proprio come
i palermitani – dice – peccato che sia possibile farlo solo per le
Primarie”. E commentando le polemiche che ci sono state in questi
giorni sulla ‘schedatura’ degli extracomuniatri che hanno dovuto
iscriversi in un apposito registro, ha replicato: “Non importa,
l’importante e’ per noi poter esprimere il nostro voto”.
In giacca e cravatta e con un cappotto in lana
merinos, con una sciarpa azzurra al collo, Charles Wognin, 38 anni,
della Costa d’AVorio aspetta il suo turno in silenzio.
“Ero venuto in Italia per studiare – racconta – ma come spesso
avviene la vita poi ti riserva delle sorprese e ti cambia il corso
delle cose”.
Dopo avere girato unpo’ per l’Italia oggi e’ iscritto
all’Universita’ nella facolta’ di lingue e culture. “Sono venuto a
votare – spiega Charles – perche’ che con il nuovo sindaco possano
cambiare le condizioni dei piu’ deboli, soprattutto di noi stranieri.
Purtroppo, spesso, i diritti degli immigrati vengono calpestati e oggi
spero che le cose possano cambiare”.