A Castel Mella, nel bresciano, i non residenti devono chiedere un’autorizzazione 10 giorni prima di entrare in un’area verde e anche pagare l’occupazione di suolo pubblico. Il sindaco leghista: “Gli extracomunitari erano diventati i padroni…”
Roma – 30 agosto 2016 – “Chi siete? Cosa portate? Ma quanti siete? Un fiorino!” A Benigni e Troisi non restava che piangere. A chi vuole andare a fare un pic nic a Castel Mella, in provincia di Brescia, non resta che pagare.
Un regolamento approvato lo scorso 25 luglio dal consiglio comunale ha infatti introdotto una tassa per i “gruppi di cittadini non residenti” che vogliono entrare nel Parco del Fontanone. Questi “non possono utilizzare la struttura (tavoli, sedie e “barbeque”) senza prima aver richiesto all’Amministrazione Comunale la prescritta Autorizzazione”, e quest’ultima va chiesta “almeno 10 giorni lavorativi prima della data dell’utilizzo”, “previo pagamento del canone di occupazione”.
Il Comune vuole “salvaguardare e riqualificare lo spazio verde”, così come “il decoro, l’ordine, la pulizia e il rispetto per l’ambiente all’interno del parco, in conformità alle normative vigenti, con particolare riguardo al rispetto della quiete pubblica e della pulizia all’interno del parco”. Per i trasgressori sono previste multe da 50 a 500 euro, a sorvegliare sul rispetto del regolamento sono i vigili urbani.
Dallo scorso giugno, il sindaco di Castel Mella è Giorgio Guarneri, Lega Nord, che oggi sul Corriere spiega senza mezzi termini i reali destinatari del provvedimento: “Gli extracomunitari erano diventati i proprietari del parco, tenevano la musica a manetta fino a tardi ogni fine settimana, bruciavano i tavolini e facevano rumore. Queste, chiamiamole così, persone, hanno portato la zona allo sbando”.
L’amministrazione si dice comunque pronta a una certa flessibilità. “Non siamo così intransigenti: se viene qualcuno da fuori, due o tre persone da Brescia e altrettante da Flero, faccio un esempio, li lasciamo entrare –assicura Guarneri – anche se sono rumeni e non hanno il permesso. Basta siano educati e non accendano dieci radio”.
EP