Senza traduzioni, l’esame teorico è diventato più difficile per gli immigrati. Vinti (Regione Umbria): “Discrimin
Roma – 21 giugno 2011 – Dallo scorso gennaio, il quiz per prendere la patente di guida si è complicato per tutti, ma per gli stranieri in Italia decisamente di più.
Il nuovo questionario della prova teorica prevede quaranta domande a risposta singola (prima erano dieci con tre risposte ognuna) , trenta dedicate agli argomenti più importanti per la sicurezza stradale, dieci ad argomenti secondari. Inoltre, ed è la novità più penalizzante per gli immigrati, è solo in italiano.
Prima della riforma, l’esame poteva anche essere sostenuto anche su testi tradotti nelle lingue straniere più diffuse. Questa agevolazione è stata abbandonata dal ministero dei Trasporti, con la giustificazione che le traduzioni erano troppo costose e non sempre precise.
Sulla questione interviene Stefano Vinti, assessore regionale umbro alla sicurezza stradale. “L’esame risulta sempre più difficile per i cittadini immigrati – sottolinea – in particolare per le donne. Da gennaio sono aumentate le bocciature. Non pare che il problema sia legato all’effettiva guida dell’automobile, ma piuttosto l’ostacolo, spesso insormontabile, è costituito dal questionario”.
“La traduzione dei test – fa notare l’assessore – è una prassi comunemente usata negli altri Paesi e che ha la finalità di agevolare, in un’ottica di pari opportunità e non discriminazione, l’accesso alla patente di guida degli immigrati che non dispongono di un’ottima conoscenza della lingua. Ancora una volta – dice Vinti – sembra che non si sia persa l’occasione per punire gli stranieri di un disagio che esprimono”.
“Il rischio concreto – conclude Vinti – è che per necessità si usi ugualmente l’auto, ma senza permesso. Non sarebbe più opportuno, più semplice e meno pericoloso per tutti, mettere gli immigrati in condizione di accedere alla patente”?
EP