Roma, 21 dicembre 2013 – ''Sara' difficile dimenticare le immagini del Cie di Lampedusa in cui abbiamo visto una inaccettabile umiliazione di immigrati, nudi e indifesi. Dopo questi episodi si impone un ripensamento radicale delle norme sui Centri di identificazione ed espulsione e dei Centri di accoglienza dei richiedenti asilo.
Lo dichiara Paolo Beni, deputato del Pd, componente della commissione Esteri, durante il dibattito sulla informativa del ministro degli Interni, Angelino Alfano, sulle recenti immagini proveniente dal Cie di Lampedusa.
"Sono passati 4 anni dall'introduzione del reato di immigrazione clandestina – ha sottolineato Beni – e dal varo del 'pacchetto sicurezza' del governo Berlusconi che non ha fermato il flusso di immigrati verso il nostro Paese. Lasciamoci alle spalle le ideologie e aboliamo subito la Bossi-Fini che ha creato un limbo giuridico che priva di diritti cittadini indifesi e spesso in fuga da guerre e persecuzioni politiche''.
''Dobbiamo approvare rapidamente – prosegue Beni – una buona legge sul diritto di asilo e superare il modello di queste grandi strutture di accoglienza, chiaramente fallimentare, e pensare ad una rete di accoglienze diffusa con piccoli gruppi di richiedenti asilo e profughi inseriti nelle comunita' locali; cosi' facendo si fa buona accoglienza e si evita il ripetersi di questi episodi. Dobbiamo anche ridurre il tempo di trattenimento e rivedere l'organizzazione dei Cie e dei Cara; sono cose che si possono fare subito a costo zero''.
Alfano. Lampedusa no zona franca dove si calpestano diritti
Quelle girate a Lampedusa sono ''immagini che appaiono profondamente offensive, anche per tutti coloro che in rappresentanza delle amministrazioni statali e locali, degli organismi internazionali e non governativi, svolgono con dedizione un oscuro ma importantissimo lavoro nel settore dell'accoglienza''.
Sono le parole – durante l'informativa nell'Aula della Camera – del ministro dell'Interno, Angelino Alfano, per riferire sulla situazione del Cpa di Lampedusa dove alcuni giorni fa sono state girate le immagini, trasmesse dal Tg2, sulle condizioni ''offensive'' in cui alcuni migranti del centro di accoglienza venivano sottoposti a terapie sanitarie. ''Le modalita' del trattamento, se appaiono sul piano tecnico del tutto inappropriate, certamente su quello umano sono inaccettabili: il comportamento spersonalizzante, l'assenza di sensibilita' ed il disprezzo per la dignita' della persona hanno sollecitato la piu' giusta e ferma reazione''.
Per questo, ha chiarito Alfano, ''e' stata avviata la procedura di risoluzione della convenzione con la cooperativa affidataria del centro di Lampedusa per grave inadempienza contrattuale''. In attesa della risoluzione del contratto, tra 30 giorni, ''abbiamo chiesto alla Croce Rossa di rafforzare la sua presenza sul luogo'', mentre per la gestione futura ''e' allo studio l'ipotesi, sulla cui percorribilita' giuridica e' stata sentita l'Avvocatura dello Stato, di far subentrare un soggetto di assoluta capacita' ed indiscusso prestigio internazionale: pensiamo proprio alla Croce Rossa'', ha aggiunto Alfano.
Nel corso della sua informativa, il ministro Alfano ha ricordato che i responsabili dei fatti di Lampedusa ''sono stati rimossi dai loro incarichi'', ma questo ''non basta a soddisfare l'esigenza di intervenire in modo esemplare su un episodio grave che merita una risposta seria ed efficace''. Ad ogni modo il ministro ha voluto assicurare che ''nonostante quanto di gravissimo accaduto, Lampedusa non rappresenta una zona franca dove si calpestano impunemente i piu' elementari diritti della persona''.