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I permessi di soggiorno a l’Aquila sono ancora terremotati

Per le impronte digitali e il ritiro del documento bisogna andare fino ad Avezzano. L’ufficio stranieri è l’unico della Questura che risulta ancora inagibile

Roma – 8 ottobre 2013 – Sono passati quattro anni e mezzo dal terremoto dell’Aquila e dalla strage che fece inevitabilmente anche tra gli immigrati che vivevano e lavoravano nei centri colpiti, con oltre venti vittime. Nel capoluogo abruzzese, i cittadini stranieri continuano però a scontare le conseguenze di quella tragedia anche ogni volta che devono prendere o rinnovare il permesso di soggiorno.

Il 6 aprile del 2009 fu infatti seriamente danneggiata la Questura, e quindi l’ufficio stranieri. Le sue competenze  furono trasferite in provincia, presso il commissariato di pubblica sicurezza di Avezzano, a quaranta chilometri di distanza. E se man mano che proseguiva la ricostruzione, la Questura ha riaperto gli altri uffici all’Aquila, l’ufficio stranieri è l’unico che è rimasto distaccato, quindi bisogna mettersi in viaggio, bene che vada, due volte: per lasciare le impronte digitali e per ritirare il permesso di soggiorno.

“È come se noi immigrati fossimo l’ultima ruota del carro” denuncia a Stranieriinitalia.it Gamal Bouchaib, consigliere straniero al Comune dell’Aquila, spiegando cosa vuol dire questo in termini di disagi per i 5500 immigrati aquilani. “Pensiamo a una famiglia: madre e padre devono perdere una giornata di lavoro, i figli un giorno di scuola, poi ci sono le spese per i due viaggi, andata e ritorno. Centinaia di euro e tanto tempo sprecati. Dopo un anno il permesso scade e si ricomincia”.

Senza contare che il commissariato di Avezzano ha struttura e personale non tarati per accogliere, oltre agli immigrati della zona  (il bacino del Fucino) anche quelli in arrivo dal capoluogo. Il risultato? “File interminabili e nervosismo per utenti e operatori, pratiche che vanno a rilento. Possibile che dopo tanti anni non si riesca ancora a risolvere il problema?” chiede il consigliere.

Bouchaib ha presentato un ordine del giorno in Comune e vuole scrivere ufficialmente al nuovo questore Vittorio Rizzi, insediatosi a fine luglio. Per ora vede due alternative:  attivare l’ ufficio stranieri provvisorio in un altro edificio, ma a L’Aquila, oppure trovare il modo di utilizzare i locali della Questura già agibili, “anche perchè – spiega – il restauro dell’edificio verrà completato solo tra due anni”.

Elvio Pasca
 

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