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Permessi di soggiorno. Maroni: “Li affideremo ai Comuni”

"Metteremo la norma nel ddl sicurezza".  "170mila ingressi non sono pochi" Roma – 2 ottobre 2008 –  "Il decreto flussi non è poi così stretto, 170 mila ingressi non sono pochi. Il problema non è elevare il numero, ma snellire le procedure. L’immigrazione è un capitolo diviso in due: quella legale va favorita e quella illegale contrastata".

Il ministro dell’Interno Roberto Maroni, in un intervista che verrà pubblicata domani sull’Espresso, parla delle lunghe procedure dei flussi: "Si articolano in due fasi. La prima è il controllo delle questure ed è abbastanza rapido, – dice – la seconda è il controllo dei consolati dove c’è il vero collo di bottiglia".

E per snellire le procedure legate ai permessi di soggiorno, torna l’ipotesi di affidarne la gestione agli enti locali. "Intendo migliorare l’efficienza passando le competenze dei permessi di soggiorno dalle questure ai sindaci – spiega Maroni –  Non sarà più concentrato in un ufficio stranieri, ma ci sarà un ufficio analogo in ogni comune. E se i comuni non ce la faranno, potrà intervenire la provincia o un consorzio di comuni".

La proposta non è nuova, se ne parla da anni, ma i progetti pilota che dovevano essere avviati in alcuni Comuni sono al palo. Il ministro dell’Interno annuncia però un balzo in avanti: "Metteremo la norma del disegno di legge che si sta discutendo al Senato".

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