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Permessi umanitari. La proroga è automatica, ma si può anche chiedere il rinnovo

I nordafricani sono regolari “a tutti gli effetti” per altri sei mesi, se però hanno bisogno di un documento aggiornato possono presentare domanda in Questura. I chiarimenti del ministero dell’Interno

Roma – 24 maggio 2012 –  I tunisini e gli altri nordafricani arrivati in Italia nei primi mesi dello scorso anno  che hanno ottenuto un permesso umanitario vanno considerati “a tutti gli effetti regolarmente presenti sul territorio nazionale per un ulteriore periodo di sei mesi”. Se la polizia li ferma non può espellerli, anche se il loro permesso risulta scaduto.

 

Il ministero dell’Interno ha già informato con una circolare tutte le Questure sugli effetti del decreto firmato dal presidente del Consiglio Mario Monti arrivato lunedì in Gazzetta Ufficiale, che ha prorogato di altri sei mesi i permessi umanitari. Un ulteriore allungamento di validità rispetto a quella, sempre di sei mesi, decisa lo scorso ottobre.

Nella circolare, si specifica anche che “si ritiene non necessario procedere al rinnovo del titolo di soggiorno, ritenendosi ancora validi, s tutti gli effetti, i permessi di soggiorno a suo tempo rilasciati”. In altre parole, i nordafricani non devono presentare particolari domande, l’importante è che  portino sempre con loro il permesso umanitario. Questo, conviene ricordarlo, potrà essere convertito in un più duraturo permesso per lavoro se intanto troveranno un’occupazione.

Qualcuno avrà però comunque la necessità di rinnovare il permesso, ad esempio perché un aspirante datore di lavoro potrebbe insospettirsi davanti a un documento apparentemente scaduto. Stessa esigenza per chi ha intenzione di spostarsi in un altro Paese europeo: il permesso umanitario consente infatti di circolare nell’area Schengen, ma è difficile che i poliziotti francesi o tedeschi siano informati della proroga decreta dal governo italiano.

In questi casi, la domanda di rinnovo va presentata direttamente in Questura e la pratica dovrebbe avere anche una corsia preferenziale. Nella circolare, il ministero dell’Interno raccomanda infatti alle Questure di “sensibilizzare il personale dipendente affinché la definizione delle istanze venga effettuata con la necessaria celerità”.

Scarica la circolare del ministero dell’Interno

Elvio Pasca

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