Roma – 5 novembre 2012 – Sta ormai diventando una prassi il rilascio della carta di soggiorno ai cittadini stranieri uniti a cittadini italiani con matrimoni gay contratti all’estero.
Dopo Reggio Emilia, Milano, Rimini e Roma, l’ultimo caso di registra a Treviso, roccaforte cattolica e leghista. È qui che da alcuni giorni la Questura ha rilasciato il titolo di soggiorno a un quarantenne messicano che qualche mese fa si è sposato a Città del Messico con un coetaneo veneto.
Anche stavolta il permesso arriva in base al decreto legislativo 30/2007, dedicato alla circolazione al soggiorno in Italia dei cittadini comunitari e dei loro familiari. Considerato familiare di un italiano, il messicano ha conquistato il diritto di vivere regolarmente a Treviso con suo marito.
La vicenda è stata segnalata dall’associazione radicale Certo Diritti, che ha già seguito gli altri casi pilota in tutta Italia e che ora ha pubblicato una breve guida pratica in cui vengono spiegate le modalità per ottenere il rilascio della “Carta di soggiorno per famigliari di cittadini europei” alla persona non italiana di una coppia dello stesso sesso sposata o che ha sottoscritto una unione civile all’estero.
“Il nostro intento – spiega il segretario Yuri Guaiana – è quello di rendere i risultati che stiamo ottenendo grazie alla campagna Affermazione Civile 2.0 un patrimonio comune a tutte le associazioni che si occupano di diritti e a tutte le coppie che si trovano in condizioni analoghe a quelle che abbiamo seguito. La prassi si è ormai consolidata ed quindi possibile individuare delle modalità standard che siamo felici di mettere a disposizione di tutti”.