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Permesso più lungo per chi perde il lavoro

Decisione anti-crisi della Questura di Treviso, dopo le pressioni di immigrati e sindacati. Passati sei mesi, troppi rischiavano di diventare irregolari Roma – 25 maggio 2009 – Gli immigrati che perdono il posto a Treviso avranno più tempo per cercare un nuovo lavoro, allontanando il rischio di dover scegliere tra il ritorno in patria e la scomparsa nell’irregolarità.

Sollecitata da immigrati e sindacati, la Questura ha garantito che il permesso per attesa occupazione non scadrà dopo sei mesi di ricerche infruttuose, ma potrà essere prorogato anche per un anno. Una sorta di ammortizzatore sociale per non aggravare ulteriormente la condizione dei lavoratori stranieri vittime della crisi economica.

“Ci arrivano molte richieste d’aiuto da immigrati che hanno perso il posto. Anche nel mio condominio c’è una persona che è in Italia regolarmente da 15 anni, ma da sei mesi non ha lavoro e ora gli è scaduto il permesso. Non i possono applicare le leggi come se una lunga permanenza in Italia non avesse senso” denuncia Modou Diop, presidente di Cittadinanza Attiva, coordinamento di 40 associazioni di immigrati.

“Venerdì scorso –racconta Diop –  ne abbiamo parlato al Questore Carmine Damiano e ci ha assicurato che il permesso per ricerca lavoro non verrà revocato dopo sei mesi. È una scelta giusta, la crisi non se l’aspettava nessuno e servono interventi straordinari: se si salvano le banche e le imprese, bisogna salvare anche chi ha lavorato qui fino a ieri”. 

“È una conquista  importante, che arriva dopo la grande manifestazione che il 16 maggio ha portato in piazza gli immigrati e i sindacati. La crisi economica ha colpito le piccole e medie imprese del trevigiano che danno lavoro a molti immigrati, qui ogni dieci licenziati ci sono tre stranieri” commenta Franco Marcuzzo, dell’Anolf Cisl.

“La decisione della Questura allenta quindi molte tensioni. Condannare all’irregolarità persone che finora erano perfettamente integrate – conclude Marcuzzo  – avrebbe creato un disagio sociale diffuso, che si sarebbe sommato alla crisi”.

Una ragionamento valido anche per il resto d’Italia. Ma per allargare a tutta la penisola la scelta di Treviso e di altre questure “illuminate”,  servirebbe un intervento del governo.

Elvio Pasca

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