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“Pestati al confine dell’Ue” Il film-denuncia

Le testimonianze dei migranti che tentano di entrare a Melilla, enclave spagnola in Marocco. Vittime di violenza da un lato e dall’altro della frontiera

Roma – 1 luglio 2013 – Melilla e Ceuta sono due enclave spagnole in Marocco. I chilometri di filo spinato che le circondano, sorvegliati giorno e notte, non fanno desistere tante persone, provenienti soprattutto dai Paesi dell’Africa subasahariani, dal tentativo di attraversarli per entrare in Europa.

Nel settembre 2005, durante una serie di assalti in massa, molte persone morirono sotto i colpi della polizia marocchina. La stessa che ancora oggi usa metodi brutali per fermare i migranti, spesso spalleggiata dall’altro lato del confine, denunciano le vittime, dalla Guardia Civil spagnola.

È quanto racconta, attraverso le testimonianze dei migranti, il film documentario N° 9, con cui le associazioni ALECMA , GADEM , FMAS e AMDH hanno lanciato la campagna “ Stop alle violenze alle frontiere”, chiedendo il rispetto dei diritti umani e l’apertura di un’inchiesta sulle morti di migranti intorno alle enclaves.

“Il 16 marzo 2013 – scrive l’Arci – in occasione di una missione nella foresta di Gourougou nei pressi di Beni Enssar condotta dall’associazione ALECMA con il sostegno del GADEM e alla presenza della regista Sara Creta per documentare le conseguenze delle violenze della polizia contro i migranti e raccogliere testimonianze scritte e audio-visive, i membri della missione assistono alla morte di Clément, cittadino camerunense che aveva tentato di attraversare la recinzione di Melilla l’11 marzo”.

“Era stato arrestato, pestato e trasferito all’ospedale di Nador. L’AMDH riporta che era stato ferito alla testa e aveva un braccio ed una gamba fratturati. Secondo le testimonianze raccolte, ancora molto debole era stato rimandato nell’accampamento della foreste di Gourougou dove è morto a seguito delle ferite riportate” spiega l’Arci. Nascono così la campagna e il film, di cui qui sotto potete vedere un abstract.
 

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