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PIACENZA: INDIANA UCCISA PERCHE’ VOLEVA VIVERE ALL’OCCIDENTALE/I PRECEDENTI =

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AD APRILE 2011 IL ‘CASO JAMILA’, NEL 2010 UCCISA NEL MODENESE
PAKISTANA PER AVER DIFESO LA FIGLIA

Roma, 28 mag. (Adnkronos) – Un’indiana, incinta di 3 mesi e
madre di un bambino di 5 anni, uccisa e il marito reo confesso:
l’avrebbe ‘punita’ con la morte perche’ a suo dire vestiva
all’occidentale, contrariamente alle tradizioni indiane. Ancora una
straniera, stavolta nel piacentino, ritenuta ‘colpevole’ del desiderio
di integrarsi nella societa’ occidentale. Dal tragico caso di Hina a
quello di Sanaa, ecco alcuni precedenti:

– 16 APRILE 2011: Scoppia a Brescia il ‘caso di Jamila’, nome di
fantasia, per una ragazza di 19 anni pachistana, dopo la lettera
inviata da un’insegnante per denunciare l’assenza prolungata della
giovane dai banchi di scuola. “Temo di fare la fine di Hina”, aveva
confidato la studentessa all’insegnante. La ragazza da circa due
settimane non frequentava piu’ l’istituto professionale: la sua
bellezza non passava inosservata, nonostante gli abiti tradizionali e
il capo coperto, cosi’ di fronte agli apprezzamenti dei coetanei la
famiglia aveva deciso di segregarla perche’ era gia’ promessa a un
cugino che vive in Pakistan. La ragazza torna a scuola dopo
l’intervento della Questura e dei mediatori sociali.

– 3 OTTOBRE 2010: A Novi, in provincia di Modena, una pakistano
massacra la moglie con una pietra nel giardino di casa e la uccide per
aver difeso la figlia 21enne, decisa a rifiutare il matrimonio
combinato per lei dal padre. La vittima aveva anche chiesto il
divorzio dal marito. (segue)

– 15 SETTEMBRE 2009: Viene uccisa dal padre, nel
comune di Montereale Valcellina (Pordenone), Sanaa Dafani, una ragazza
di origine marocchina di 18 anni. La ragazza viene praticamente
sgozzata dall’uomo, il cuoco Kataoui Dafani, punita perche’ voleva
vivere all’occidentale e si era fidanzata con un giovane italiano. Il
ragazzo viene a sua volta ferito alle braccia dal coltello brandito
dall’uomo, in un estremo tentativo di difendere Sanaa.

– 11 AGOSTO 2006: Hina Saleem, una ventenne pakistana, viene
uccisa a Sarezzo nel bresciano dal padre Mohammed Saleem perche’
voleva vivere all’occidentale. La giovane viene sepolta, con la
collaborazione dei due cognati e di uno zio della vittima, con la
testa rivolta alla Mecca. Mohammed Saleem viene condannato
definitivamente a 30 anni di reclusione e nelle motivazioni della
sentenza Hina viene riconosciuta vittima di un ”possesso-dominio” da
parte del padre che non accettava il suo stile di vita
all’occidentale.

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